Effetto della distribuzione delle colture erbacee nell'intorno dei siti di nidificazione della rondine, Hirundo rustica

Le popolazioni europee di rondini, secondo quanto riportato da studi effettuati dalla Bird Life International, sono in calo di circa il 40%; per quanto riguarda la situazione in Italia, i dati forniti dalla LIPU indicano un calo nelle popolazioni di rondini tra il 20% e il 50%. In uno studio a lungo termine condotto nella medesima area in cui è stata svolta questa tesi è stato documentato un decremento del 4,7% all’anno negli ultimi 10 anni (R. Ambrosini, dati non pubblicati).
Si ritiene che i fattori scatenanti tale diminuzione nel numero delle rondini rispetto al passato debbono essere ricercati soprattutto nei profondi cambiamenti cui sono andate incontro l’agricoltura e la zootecnia. La concentrazione degli allevamenti in grandi stalle moderne, senza più possibilità di pascolo per animali, ha portato alla scomparsa delle vecchie stalle tradizionali e alla riduzione nell’estensione di pascoli, con la conseguente diminuzione delle aree di foraggiamento per le rondini; la diversa struttura degli edifici può anche aver influito sulla presenza di luoghi adatti alla nidificazione. Tra gli altri fattori vi è la semplificazione degli habitat, come conseguenza della pratica della monocoltura estensiva, che ha ridotto l’estensione dei micro-habitat in cui le rondini attuano il loro foraggiamento.
La Rondine riveste, nell’immaginario collettivo, il ruolo di specie carismatica in grado di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle tematiche ambientali connesse alla sua salvaguardia; un altro ruolo rivestito dalla Rondine è quello di “specie ombrello”, per cui proteggendo gli habitat in cui essa vive si proteggono allo stesso tempo gli habitat in cui risiedono altre specie meno note al pubblico(Ormerod, Watkinson, 2000).