Rilevanze medico legali delle tecniche di allenamento in ginnastica ritmica

È comunemente noto che le conseguenze connesse alla pratica di un’attività fisica o sportiva sono quasi sempre positive nel breve, medio e lungo termine. Ma la scelta dell’attività e le decisioni relative al livello, frequenza ed intensità richiedono una maggiore responsabilità, anche se le conoscenze scientifiche, il senso etico e la ragione potrebbero condizionare tali scelte, dato che qualsiasi attività intrapresa durante l’infanzia e l’adolescenza influenza la vita adulta, anche profondamente.

Alla luce di recenti lavori di ricerca sulla fisiologia, psicologia e patologie connesse allo sport, ed in particolare alla ginnastica, e in risposta a certe polemiche mosse dai media e del tutto prive di qualsiasi base scientifica, un team di medici statunitensi ha provato a spiegare razionalmente gli effetti dell’intenso allenamento fisico in giovani ginnaste d’elite.

In primo luogo appare necessaria una puntualizzazione: il termine “elite” è utilizzato per indicare atlete di rilevante prestigio, che sfidano le norme fisiologiche e psicologiche, e che sono state selezionate da un attento team: medici, fisici, psicologi, tecnici. Pochissime giovani ginnaste possono raggiungere questo livello e il progresso verso di esso dovrebbe essere basato su criteri rigorosi e costantemente verificati.

In generale è possibile fare una distinzione tra le problematiche connesse alla pratica atletica: innanzitutto, considerando l’elevato numero di ore dedicate all’allenamento, è indispensabile menzionare gli infortuni (frequenza, sito anatomico e tipo di danno) riportati dalle atlete, nonché le alterazioni a carico della colonna vertebrale; in secondo luogo, a causa della modificazione di diversi sistemi fisiologici, ed in particolar modo del sistema riproduttivo, è opportuno definire e descrivere la cosiddetta “Triade dell’Atleta Femminile”, sindrome caratterizzata dalla compresenza di disturbi alimentari, amenorrea e osteoporosi.