Bambini violati: modelli operativi e strumenti di aiuto del servizio sociale
Conseguenze degli abusi sui bambini
L’esperienza negativa vissuta dal bambino maltrattato non si esaurisce con la fine materiale degli abusi ai quali è stato sottoposto: gli effetti dei maltrattamenti subiti possono incidere negativamente sui processi evolutivi della psiche con gravissime conseguenze per l’equilibrio della personalità. Talvolta le immediate implicazioni psicofisiche possono risultare inferiori rispetto a quelle che si sviluppano a livello psicologico-evolutivo. E’ bene ricordare che quando si parla di conseguenze delle violenze non si parla di causalità tra un atto violento e una conseguenza. Essere vittime di abusi aumenta il rischio di un esito negativo, ma questo esito non è inevitabile e può inoltre colpire coloro che non sono vittime di abuso.
Molto spesso i diversi tipi di maltrattamento sono cumulativi, ma per semplicità di esposizione considererò da una parte le conseguenze di maltrattamento fisico e psicologico, sia subito che assistito, e dall’altra le conseguenze dell’abuso sessuale.
Naturalmente più abusi un bambino subisce, più è probabile che subirà conseguenze negative.
Come conseguenze del maltrattamento fisico e psicologico troviamo: varie forme di sofferenza mentale, difficoltà sociali ed accademiche, abuso di alcool e droghe, bassa autostima, disturbi alimentari, forti stati d’ansia, depressione, aggressività o passività, autolesionismo e distruttività, gravidanze precoci e problemi sessuali, incapacità di fissare l’attenzione, comportamento suicidario, minore competenza sociale e minori abilità verbali e cognitive
Negli Stati Uniti, Silverman ha condotto uno studio longitudinale su un campione di ragazzi e ragazze. Aver subito violenze fisiche era associato nei maschi a idee di suicidio a 15 anni; a 21anni, questi ragazzi erano depressi e presentavano sintomi di PTSD, avevano problemi di tossicodipendenza e avevano compiuto dei tentativi di suicidio più spesso dei loro coetanei non abusati.
Le ragazze maltrattate fisicamente presentavano più problemi già a 15 anni (problemi di salute mentale, comportamenti aggressivi e atti di piccola criminalità); a 21 anni, erano più spesso depresse, presentavano più spesso sintomi di PTSD, comportamenti antisociali e consumo di droghe; avevano tentato il suicidio 6 volte più spesso delle ragazze non maltrattate.
Un’altra conseguenza dei maltrattamenti subiti nell’infanzia è il rischio di ulteriori vittimizzazioni. Donne che hanno subito violenze da piccole sono più esposte a subire violenze fisiche, psicologiche o sessuali nell’età adulta.
Per quanto riguarda l’abuso sessuale troviamo: a breve termine, infezioni veneree e urinarie, emorragie, infiammazioni; sintomi psicologici ricorrenti come enuresi, disturbi del sonno e dell’alimentazione, fobie, dolori addominali e cefalee psicosomatiche, troviamo comportamenti quali l’isolamento sociale, i giochi sessuali inappropriati, la mancanza di fiducia e durante l’adolescenza comportamenti sessuali promiscui, fughe da casa, uso di droghe e alcool, autoaggressività. A lungo termine troviamo: sintomi d’ansia e disturbi da stress post-traumatico, bassa autostima, disturbi di personalità multipla, comportamenti antisociali, comportamento depressivo e suicidario predisposizione alla pedofilia per i maschi, inibizione sessuale o comportamenti sessuali compulsivi, abuso di droga e alcool, disturbi dell’alimentazione (soprattutto bulimia), difficoltà scolastiche e nei rapporti interpersonali, e senso di colpa.
Bisogna comunque precisare che non tutti i bambini abusati presentano delle conseguenze negative. Inoltre, l’associazione positiva tra l’aver subito violenze ed esiti negativi non è necessariamente una relazione di tipo causale, anche se è molto probabile che la violenza abbia giocato un ruolo importante. La gravità delle conseguenze di un abuso sessuale agito all’interno del nucleo familiare sembra essere superiore rispetto a quello avvenuto in ambito extra-familiare. Gli effetti possono investire emotivamente l’intero nucleo familiare che può anche reagire in senso negativo nei confronti della vittima stessa.
Vorrei concludere questa parte soffermandomi un attimo sulla cosiddetta teoria del “ciclo della violenza”. Molti operatori socio-sanitari sottoscrivono l’idea che un bambino che ha subito violenza diventerà inevitabilmente un uomo violento. Questa teoria ha ricevuto delle conferme, ma le critiche non sono mancate sia sul piano metodologico sia sociale. In particolare, ritengo molto pericolosa l’idea dell’inevitabile ripetersi della violenza perché può indurre negli operatori un sentimento di scoraggiamenti rispetto a qualsiasi intervento di prevenzione secondaria.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Bambini violati: modelli operativi e strumenti di aiuto del servizio sociale
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Informazioni tesi
Autore: | Francesca Ferdani |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Parma |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Servizio Sociale |
Relatore: | Stefania Miodini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 97 |
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