L'evidenza celata: le trame invisibili del cinema horror
Conflitto tra male e bene — dentro e fuori l'umanità
Un'altra interessante analisi che viene evidenziata dalla trama di Martyrs verte sui personaggi e su ciò che è giusto o sbagliato. Sebbene lo spettatore abbia ben chiaro chi siano gli antagonisti della storia, Laugier si serve di alcuni espedienti (e del già analizzato dubbio) per umanizzare — e deumanizzare — i suoi personaggi.
La contrapposizione tra bene e male, tra umanità e bestialità è un confine sottile che il regista sfiora continuamente: la tipica famiglia benestante, che si concede la colazione domenicale, dove i fratelli litigano amorevolmente, e argomenti come la scuola, il futuro e le questioni familiari incorniciano quella che è una situazione di quotidiana routine, nasconde il terribile compito che hanno i genitori, ossia quello di torturare le possibili martiri; e ancora: Lucie, vittima del suo passato, tanto traumatizzata da non ricordarsi del tutto ciò che ha subito, si trasforma in un'assassina a sangue freddo quando stermina tutta la famiglia dei suoi aguzzini, figli compresi; e ancora: gli adepti dell'organizzazione, anziani che possono essere padri, madri, zii e nonni e che hanno quindi una famiglia alle spalle, non hanno remore a far torturare altre persone per saziare la loro curiosità — e per placare la loro paura.
Laugier gioca con queste situazioni, come se non volesse inquadrare un antagonista ma piuttosto mostrare, con una freddezza quasi crudele, che anche persone razionali possono compiere azioni orribili, se dietro il loro gesto c'è una motivazione da loro reputata giusta.
In questo continuo entrare e uscire nella sfera del giusto e dello sbagliato, l'unico punto fermo di tutta la narrazione è Anna, attorno alla quale ruotano in orbita tutti gli altri personaggi.
[...]
Sebbene Martyrs si discosti dai film analizzati finora a causa della violenza e del sangue di cui è intriso, è la prova evidente che le sottotrame e, in generale, i simbolismi nascosti, possono celarsi anche in film che si discostano dal genere «psicologico» (anche se Martyrs colpisce anche la mente, e lo fa per bene) per focalizzarsi sul «fisico» e sull'orrore che si collega direttamente al dolore e alla sofferenza.
La particolarità di film come Martyrs, dello stesso filone del Nouvelle Trouille ma non solo, si evidenzia soprattutto per l'intelligenza delle loro trame — non casuali né lineari — e della loro violenza che, seppur terribile, è necessaria all'economia della narrazione stessa, uno strumento che serve per ve•icolare un messaggio e che si discosta dal puro intrattenimento, che invece contraddistingue molti prodotti del genere horror.
Martyrs è una storia malata, malsana, dolorosa e terribile, al limite della realtà che però, proprio per quella remota per•centuale di possibilità che ciò che mostra potrebbe accadere, diventa tanto spaventosa. È un film difficile da dimenticare, che continuerà a ronzare nella testa per molti giorni successivi alla visione.
Come dice Gianluca Rinaldi:
[Martyrs è] Un film che disturba come pochi prima (e dopo) di lui, perché ci spinge a riflettere e a cercare, in mezzo a tutto quel dolore, una spiegazione, un senso profondo. […] Laugier consegna le chiavi per aprire l’Ultima Porta, ma ci esorta a tenerla chiusa.
Questo brano è tratto dalla tesi:
L'evidenza celata: le trame invisibili del cinema horror
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Informazioni tesi
Autore: | Giorgia Semeraro |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2016-17 |
Università: | Accademia di Belle Arti |
Facoltà: | Media Design e Arti Multimediali |
Corso: | Media Design e Arti Multimediali |
Relatore: | Fabio Carlini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 130 |
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