Riflessi normativi e giurisdizionali dell'Unione Europea

L'approvazione del nuovo testo della Carta dei diritti e delle libertà fondamentali, nel 2007, tenta di armonizzare le diverse tradizioni degli Stati membri attribuendo loro il valore di principi dell'U.E.
E' così che, sostanzialmente, si esprime l'Emerito Prof. Massimo Panebianco, Ordinario di Diritto Internazionale dell'Università degli Studi di Salerno. Nel Trattato di Riforma di Lisbona entrano, infatti, le cd. tradizioni costituzionali comuni agli Stati membri. Ciò rappresenta senza ombra di dubbio una svolta epocale, poiché l'avvicinamento sostanziale fra le nazioni europee s'incrementa. Tuttavia, è altresì innegabile che, per ora, ciò sia avvenuto più dal punto di vista formale.
Dal basso, in effetti, non può essere sottaciuta una di fatto crescente rivendicazione di usi, di consuetudini e di competenza specialmente in materia giudiziaria dei singoli ordinamenti, così come è accaduto in tema di ultra vires giudiziario, in particolare, con le sentenze “Lissabon Urteil” e “Mangold I” e “II” che di seguito si tratteranno.
Dall'alto delle Istituzioni europee, d'altro canto, si registra una difficoltà dell'Unione ad affermare la propria voce sul palcoscenico internazionale e di ciò, infatti, è esempio lampante la recente dichiarazione del Presidente degli U.S.A. che esplicitamente ha disconosciuto l'UE come vero soggetto politico non potendo essere appunto un serio interlocutore in politica estera.