Impiego di batteri promotori della crescita (PGPR) per limitare l’uso di fertilizzanti nella coltivazione di Thymus vulgaris L.
Composizione dell’olio di timo e sua attività biocida
Partendo dal presupposto che due individui della stessa specie possono sembrare del tutto uguali, da un punto di vista chimico potrebbero essere diversi.
Il termine “chemiotipo” definisce proprio questa diversità intraspecifica. I chemiotipi sono il prodotto dell’adattamento a varie condizioni ambientali in cui la stessa specie può trovarsi a crescere: la specifica produzione chimica permette alla pianta di sfruttare meglio il terreno, difendersi da parassiti e resistere a malattie. Il timo è una specie particolarmente prolifica di chemiotipi.
▪Thymus vulgaris ct. timolo - questa varietà, per la presenza di timolo, ha una forte azione antisettica.
▪Thymus vulgaris ct. carvacrolo - ha un effetto simile al tipo precedente, ma il principio coinvolto in questo caso è il carvacrolo.
▪Thymus vulgaris ct. linalolo - ha un’azione meno aggressiva, rispetto ai precedenti. Questo chemiotipo è antibatterico, fungicida (controlla C. albicans), viricida, parassiticida, vermifugo ma anche neurotonico e uterotonico.
▪Thymus vulgaris ct. thuyanol-4 - ha un’azione antimicrobica, soprattutto contro i virus.
I tipi di timo, a timolo e a carvacrolo, crescono nei fondovalle e sono entrambi definiti “timo rosso”. Sono considerati ottimi agenti antinfettivi. I componenti linalolo e thuyanolo appartengono, invece, agli alcoli, e sono decisamente meno aggressivi. Le varietà di timo che li contengono sono definite “timo giallo o dolce”. Oltre a proprietà antimicrobiche (Mourey e Canillac, 2002), è stato dimostrato che gli oli essenziali posseggano anche proprietà antivirali (Bishop, 1995), antimicotiche, antitossinogene (Ultee e Smid, 2001), antiparassitarie (Pessoa et al., 2002), insetticide (Karpouhtsis et al., 1998) ed antigerminative.
Queste caratteristiche sono, senza dubbio, correlate alle funzioni che tali oli hanno nelle piante (Mahmoud e Croteau, 2001).
Per identificare la composizione dei diversi oli si sfrutta la gas-cromatografia e spettrometria di massa degli oli essenziali (Daferera et al., 2003). Gli oli essenziali possono essere composti da miscele di più di sessanta composti individuali (Russo et al., 1998). Alcuni componenti possono essere presenti in percentuali maggiori dell’ 85%, mentre altri possono essere presenti solo in tracce. I componenti fenolici sono principalmente responsabili delle proprietà antibatteriche degli oli essenziali (Cosentino et al., 1999).
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Impiego di batteri promotori della crescita (PGPR) per limitare l’uso di fertilizzanti nella coltivazione di Thymus vulgaris L.
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Informazioni tesi
Autore: | Michele Caputo |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Salerno |
Facoltà: | Scienze Ambientali |
Corso: | Scienze e tecnologie per l'ambiente e la natura |
Relatore: | Anna Alfani |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 60 |
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