Natura umana e arte politica in un mondo globalizzato

Volutamente non affronteremo i conflitti economici, di genere, di religione etc interni alle società fondate sul dominio, ma ne terremo solo conto nella disamina comparativa tra le stesse e le precedenti società fondate sulla mutualità, al fine di evidenziare come parte dei conflitti oggi esistenti, nelle società patriarcali, non esistessero nelle prime e non potrebbero più esistere in futuro in società egalitarie fondate sulla mutualità.
Contemporaneamente cercheremo di analizzare all’interno delle due società trattate, la coerenza o meno con la stessa struttura bio-fisiologica emersa dalle nuove conoscenze scientifiche, trattate nel primo capitolo, nei confronti dell’essere umano.
Una importante verità dalla quale partire, al fine di avere una visione obiettiva, è la conoscenza che le società fondate sul dominio sono strutture molto recenti, e che l’emancipazione dell’essere umano ha potuto manifestarsi, così come nelle altre specie animali, grazie alla cooperazione e al mutuo appoggio.
Attraverso gli studi di fisica, oggi definita quantistica, diversi studiosi tra i quali Emilio Del Giudice e Giuseppe Vitiello hanno constatato che la materia condensa, solo attraverso la formazione di domini superiori dovuti alla messa in compartecipazione delle oscillazioni, (collaborazione), delle parti che la compongono.
Da questa prima verità possiamo rilevare che le società fondate sul dominio, articolate nella competizione, sono in antitesi con lo stesso bios, al contrario le società gilaniche sono coerenti alla natura biologica.
Se osserviamo la composizione del corpo biologico, possiamo vedere una società di trilioni di cellule che interagiscono, comunicano, e cooperano, pur mantenendo la loro individualità e specificità, fino a “condensare” nel corpo umano.
Poiché la società altro non è che un insieme di corpi biologici, è paradossale pensare che le loro interazioni, fondamento della società stessa, possano articolarsi attraverso la competizione, quanto i singoli corpi esistono solo grazie alla collaborazione.
Le società patriarcali definiscono i termini di interazione per gli individui che le compongono, secondo regole artificiali arbitrarie ed eteronome, mentre a livello biologico le interazioni sono già presenti e “determinate” secondo empatia (neuroni Specchio), affetto e fiducia (Ossitocina), “risonanza” (Coerenza).
Nelle antiche società primitive le interazioni erano armoniche, paritarie e mutualistiche, frutto della predisposizione naturale biologica.
Possiamo senza ombra di dubbio riconoscere le società gilaniche come l’ambiente più adatto dove gli esseri umani potessero vivere.
Consideriamo inoltre che i parametri alla base dell’economia e del capitalismo, nelle società patriarcali contemporanee, sono strutturate secondo la legge del più forte, ma se rimaniamo inerenti alle dichiarazioni dello stesso Darwin nei confronti della selezione nei paesi “civilizzati” dobbiamo evidenziare che chi è al potere, e pertanto decide delle sorti degli altri individui, lo sia secondo una selezione biologica, fisica o mentale, di individui, “deboli” e pertanto i meno adatti a definire regole e leggi di interazione finalizzati alla evoluzione, al benessere ed alla conservazione della specie.
La natura umana può manifestarsi in mille modi, ma ogni società sceglie quello che le è più consono. Se definiamo “società” un insieme di individui, intendendo con ciò che “hanno rapporti tra loro” e costituiscono una “totalità”, questo è il risultato di una scelta la quale, pur se spesso compiuta in modo inconsapevole, non può essere facilmente abbandonata.