Bellezza e/o Percezione? Tuglie: confronto in azione

Non me ne vogliate se inizio daccapo un capitolo tramite citazione, non è usuale bensì suppongo che nel mio caso sia un modo per sintetizzare in principio ciò che andrò successivamente a trattare, un modo come un altro di intraprendere un discorso ponendo
l'accento già in partenza.
Già nel 1964, quando ancora nessuno poneva attenzione circa la forma della città vista e pensata dai suoi abitanti, circa la percezione e i simboli all'interno di questa, Lynch, professore di urbanistica e studioso di fama internazionale affermava nel libro The image of the city: «() figurabilità, cioè la qualità che conferisce ad un oggetto fisico un'elevata probabilità di evocare in ogni osservatore un'immagine vigorosa. Essa consiste in quella forma, colore o disposizione che facilitano la formazione di immagini ambientali, vividamente individuate, potentemente strutturate e altamente funzionali. Essa potrebbe essere denominata leggibilità o forse visibilità in un significato più ampio, per cui gli oggetti non solo possono essere veduti, ma anche acutamente e intensamente presentati ai sensi».

Dunque è quella che Lynch chiama figurabilità ciò che Romano esplica e suddivide nelle sue quattro regole grammaticali. E' ora facile pensare come fra i due autori in questione ci sia un punto d'accordo, d'unione, nel senso lato del termine, se quindi l'uno attribuisce la forza di percezione alla capacità di fare figurabilità, l'altro assegna la rappresentazione del rango della città che si voglia, ai caratteri esteriori, che siano essi il posizionamento dei temi rispetto all'edificato e rispetto agli altri temi, così come la magnificenza delle facciate quanto la grandezza stessa dell'edificio in questione. Mi viene in mente scrivendo ciò quanto le teorie dei suddetti autori somigliano al moto della fisarmonica, armonicamente vicine le idee iniziali, i concetti primi, stonate e discordanti le conclusioni!