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Le Derive Criminali dei Social Network

Come viene commessa una truffa affettiva online

Con il termine “truffa affettiva online”, in inglese “online romance scam”, si indica un tipo di frode economica online, nella quale i truffatori fingono di provare amore per la vittima e di voler iniziare una relazione con essa, al solo scopo di estorcerle ingenti somme di denaro.
I truffatori, chiamati anche “scammer”, creano falsi profili sui social network come Facebook, Instagram e Twitter, ma anche sui siti e le app di incontri e persino sui siti per scambi linguistici. Ultimamente, sembra che stiano allargando la loro attività a Linkedin, la piattaforma per lo sviluppo di contatti professionali. Gli scammer scaricano foto dai profili di persone di bell’aspetto e le usano per crearsi un profilo falso il più convincente possibile, rubando quindi identità altrui, e di solito si dichiarano statunitensi. Risultano sempre molto convincenti agli occhi della vittima, sono abilissimi nell’uso di trucchi psicologici, tanto che la vittima comincerà a parlare dei propri desideri, e verrà indotta a credere che il suo truffatore li realizzerà tutti. Gli scammer spediscono sempre regali alla vittima per adularla, le dedicano poesie, arrivano persino a dichiarare amore eterno e incondizionato, ma trovano sempre il modo per non mostrarsi in video chat.
Non è raro che gli scammer, per raccogliere i dati e le credenziali delle vittime, utilizzino messaggi o video clickbait, pubblicità di prodotti inesistenti ma potenzialmente desiderabili e gare o giveaway falsi. Possono persino indirizzare la vittima a siti che, una volta visitati, installano automaticamente un malware all’interno del dispositivo usato per accedere ad essi, senza che la vittima se ne accorga.

Chi sono gli scammer e le loro vittime predilette
In genere, i truffatori utilizzano foto rubate da profili di medici che lavorano in ospedali da campo sudafricani, di militari americani in missione in Iraq o Kuwait, di psichiatri o di uomini d’affari, tutti di bell’aspetto. Di solito si fingono americani, ma le indagini della polizia hanno rivelato che in realtà si tratta di persone residenti soprattutto in Nigeria, Ghana, Costa d’Avorio e Malesia, tutte legate ai gruppi terroristici locali. Sugli scammer non si sa molto altro perché i governi dei loro Paesi d’origine non sono propensi a condividere dati utili alle indagini.
Gli scammer scelgono accuratamente le loro vittime. Il 65% delle vittime di truffa affettiva sono donne, questo significa che anche un ampio numero di uomini viene colpito da questo genere di truffa, ma le donne ne sono il bersaglio favorito. Le truffe affettive infatti, non costituiscono un reato di genere, perché l’obiettivo ê sempre e solo estorcere più denaro possibile alle vittime. La vittima ideale di questi truffatori ê una persona “solitaria”, ovvero che vive isolata rispetto al resto della società, vedova, divorziata, senza precedenti relazioni, oppure appena uscita da una relazione insoddisfacente. In genere, le vittime hanno tra i 40 e i 65 anni, e spesso proprio per la loro età matura provano un forte senso di vergogna ad ammettere di essere state truffate. Un altro fattore che gioca contro l’ammissione di aver subito una truffa, ê la posizione sociale delle vittime: spesso infatti si tratta di manager, docenti e psicologi, quindi di persone che secondo il pensare comune dovrebbero saper riconoscere un pericolo di questo tipo.

Le strategie degli scammer
È errato credere che le truffe affettive siano nate con l’avvento di Internet, perché in realtà sono sempre esistite. I truffatori cercavano le loro vittime nelle ultime pagine dei giornali dedicate agli incontri, che sono tuttora presenti anche se meno usate. Oggi invece, basta crearsi un profilo su un social network che appaia sufficientemente credibile agli occhi di chi guarda. Gli scammers però non operano mai da soli, in genere lavorano in squadre da sei persone, hanno turni e copioni da seguire, ed è proprio per questo che le parole da loro usate appaiono molto simili in tutti i casi denunciati alle forze dell’ordine. È facile che la vittima abbia la percezione di parlare con un’altra persona nel corso di una conversazione con quello che crede sia il suo amante, infatti molte vittime di truffa affettiva hanno affermato che in alcuni momenti il loro interlocutore sembrava aver dimenticato un argomento di cui avevano parlato il giorno prima. I truffatori più esperti sono in grado di personalizzare il copione previsto in base al carattere della persona con cui hanno a che fare. Quando la vittima sembra fidarsi del truffatore, inizia la truffa vera e propria. Il processo per truffare la vittima si divide in tre fasi principali:

• Nella fase 1, gli scammer di solito alludono a un valore “sacrale” dell’incontro con la vittima, sostenendo che siano stati Dio o il destino a farlo avvenire. Giorno per giorno coinvolgono la vittima sempre più intimamente, descrivono minuziosamente l’atto sessuale che vorrebbero vivere con essa, le sensazioni che il pensiero di tale atto suscita in loro; questa tecnica viene chiamata “love bombing”, termine usato per indicare il tipo di plagio psicologico che avviene nelle sette. Questo fa abbassare le barriere psicologiche della vittima, aumenta la sua fiducia nel truffatore, la fa sentire fisicamente ed emotivamente appagata;

• Nella fase 2, i truffatori mantengono una pazienza infinita, rimangono in contatto con le loro vittime per mesi, a volte per più di un anno, poi iniziano a chiedere loro denaro per i più svariati motivi: spesso fingono una malattia grave per cui necessitano di una cura molto costosa, altri sostengono di essere militari in missione che non hanno i soldi necessari per tornare a casa nel loro Paese d’origine. Le scuse sono tantissime. Una volta ricevuto il denaro dalla loro vittima, gli scammer scompaiono, ed è a partire da questo momento che questa si rende conto di essere stata truffata;

• Nella fase 3, il truffatore è ormai stato scoperto e, se ammette di aver commesso il crimine, la prima cosa che fa è giurare di provare un amore sincero per la vittima, la quale spesso ci crede. A questo punto, nonostante sia emersa la triste realtà, la vittima comincia a provare dei sentimenti forti per il truffatore, in quanto ritiene che ora non nasconda più nulla e che quindi si possa costruire una relazione sana. Anche la distanza stessa gioca un ruolo importante: essa facilita l’intero processo di manipolazione perché lascia spazio all’idealizzazione dell’altro.

Il truffatore allora continua a rafforzare i sentimenti della vittima, fino ad arrivare alla prima proposta concreta: un incontro nel suo Paese d’origine per consolidare il rapporto. Sono state raccontate storie di donne costrette a rimanere nel Paese del truffatore contro la loro volontà, casi di sequestro di persona e stupro; sono pochissime le vittime che parlano di quanto sia loro accaduto, quindi non si sa con certezza se queste storie siano attendibili o se siano state raccontate come forme di avvertimento.
È molto importante evidenziare l’attenzione sessuale che il truffatore riserva alla sua vittima nella prima fase, perché in quel lasso di tempo il truffatore traccia una vera e propria “storia sessuale” con la vittima, fatta di richieste di foto e video erotici in cui essa si masturba o in cui comunque appare in parte o totalmente nuda. La richiesta di questo materiale ha uno scopo ben preciso: la vittima si sente coinvolta in una relazione molto più intima, e se dovesse rifiutarsi di spedire il denaro richiesto nella seconda fase, il truffatore potrebbe minacciarla di pubblicare quel materiale online, dove può arrivare a chiunque, ma soprattutto ad amici, parenti e colleghi di lavoro. Questo aspetto rappresenta un pericolo aggiunto da non sottovalutare mai, nemmeno quando si scopre la verità.

Le conseguenze psicologiche sulle vittime
La perdita di denaro e la vergogna ad ammettere di essere stati truffati, sono solo alcuni dei danni causati da questo tipo di truffa, e nemmeno i più gravi. I mesi del falso corteggiamento, fanno sentire la vittima amata, desiderata e appagata, quindi quando essa scopre che niente di tutto ciò è reale, essa perde totalmente la fiducia nelle sorprese della vita e nei confronti dell’altro sesso. A questo punto, la vittima crede di non avere più speranze di essere felice, quindi in genere cade in una profonda depressione, accentuata dal fatto di non avere il coraggio di farsi aiutare per paura di essere considerata debole e ingenua.
La fase depressiva è la più delicata, perché se la vittima mantiene il silenzio, la truffa potrebbe continuare, la sua storia non verrebbe conosciuta, quindi altre persone ignare potrebbero cadere vittime dello stesso reato.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Le Derive Criminali dei Social Network

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Informazioni tesi

  Autore: Ginevra Castagnari
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2019-20
  Università: SSML Unicollege di Mantova
  Facoltà: Mediazione Linguistica e Culturale
  Corso: Scienze della mediazione linguistica
  Relatore: Rosinella Alfinito
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 241

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