Le rappresentazioni della maternità in gravidanza: una ricerca empirica
Come valutare e codificare le rappresentazioni in gravidanza
Grazie a questa intervista è possibile esplorare, i vissuti delle donne in gravidanza, come le donne affrontino la gravidanza e la maternità e come costruiscano progressivamente l’immagine del feto e del futuro bambino.
Per indagare in modo più sistematico le rappresentazioni mentali che la donna ha di sé stessa come madre e del proprio bambino conviene prestare attenzione alla struttura del racconto che la donna fa nel corso dell’intervista, sulla base delle domande che le vengono poste.
[...]
La struttura narrativa legata a un’intervista può mettere in luce gli aspetti più propriamente consci del mondo psichico, i processi immaginativi e le fantasie di una donna in gravidanza. La narrazione della donna in gravidanza consente di fare delle ipotesi sul suo funzionamento mentale e sulle rappresentazioni di sé come madre e del futuro bambino che si cominciano a delineare.
La narrazione fornisce delle evidenze sulla cui base si possono fare ipotesi sul modo in cui la mente funziona, posizione questa sostenuta da Ricoeur e più recentemente da Ammaniti e Stern, i quali sottolineano lo stretto rapporto fra rappresentazione e narrazione.
Nell’intervista, esplorando le diverse aree viene messo a fuoco il modello narrativo che la donna in gravidanza fornisce relativamente a se stessa come donna e come madre.
L’altro modello narrativo messo a fuoco riguarda il bambino nel corso della gravidanza e in prospettiva dopo la nascita.
Le dimensioni che utilizziamo per studiare il modello narrativo di sé come madre e del bambino riguardano le seguenti aree:
1) La ricchezza delle percezioni: nel descrivere se stessa come madre e il bambino. Non si considerano solo le parole usate, i dettagli e le informazioni ma anche il riconoscimento di se stessa come madre, con una pluralità di punti di vista;
2) L’apertura al cambiamento e la flessibilità: nel descrivere se stessa come madre e il bambino. Questa dimensione è particolarmente utile perché serve a misurare la flessibilità ad adattarsi a nuove informazioni e punti di vista, capacità, questa, estremamente importante in gravidanza e nei primi mesi di vita del bambino. Tale dimensione vuole mettere in luce la permeabilità o la rigidità delle rappresentazioni rispetto all’esperienza, che la donna sta vivendo nella gravidanza.
3) L’intensità dell’investimento: nel descrivere se stessa come madre e il bambino. Tale dimensione viene riconosciuta attraverso la coloritura emotiva del racconto e attraverso la partecipazione all’intervista. Quello che è importante è l’intensità del tono e del coinvolgimento emotivo, più che la qualità delle emozioni.
4) La coerenza: del racconto relativo a se stessa come madre e al bambino. Questa dimensione fa riferimento alla scala usata nell’Adult-Attachment Interview. Viene presa in considerazione la coerenza globale dell’ideazione e dell’emozioni e se queste si dispongono in un flusso ben organizzato e logico del racconto. La coerenza si riferisce alla plausibilità della descrizione o del racconto e al fatto che le generalizzazioni e i ricordi più astratti siano sostenuti dal racconto e dal ricordo di eventi, di episodi illustrativi.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Le rappresentazioni della maternità in gravidanza: una ricerca empirica
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Informazioni tesi
Autore: | Debora Leanza |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Catania |
Facoltà: | Scienze della Formazione |
Corso: | Psicologia |
Relatore: | Santo Di Nuovo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 119 |
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