Amore ed Eros tra kāvya ed epigrammi: visioni e incanti in India e in Grecia
Come un fiore sorto per virtù di magia
Precisiamo in questo capitolo gli aspetti della teoria estetico-poetica indiana, ai quali si è fatto accenno nel precedente capitolo (passim, per es. pg. 14-15; nota 11), al fine di meglio valutare la comparazione tematica amorosa tra la Centuria di Amaru e gli epigrammi erotici dell’Antologia Palatina libri V, XII. L’indagine è avviata dal Nāṭyaśāstra (“Scienza del teatro”) attribuito al mitico Bharata (“attore”), le cui parti più antiche, sebbene l’ardua cronologia, secondo Boccali risalgono al I secolo d. C., per concentrarsi dapprima (V secolo) sugli aspetti retorico-stilistici, che poi (IX secolo) verranno in parte trascesi e infine (XI secolo) totalmente in secondo piano in una teoria estetica che, con un calco kantiano, compierà una “rivoluzione copernicana” spostando l’attenzione (e l’essenza stessa del sentimento estatico) dall’oggetto al soggetto.
Autori come Bhāmana, Daṇḍin, Vāmana, Udbhaṭa contribuiscono all’analisi sempre più attenta degli alaṃkāra (“ornamenti”) sia di suono sia di senso: essenza della poesia kāvya perciò viene percepita, ora, nelle figure retorico-stilistiche da padroneggiare. Più matura e riassuntiva è la posizione di Rudraṭa il quale, alla metà del IX secolo, trova non nelle figure in sé il tratto distintivo (viśeṣana) dell’espressione poetico-teatrale bensì nei presupposti delle figurazioni, ovvero nella deviazione dal discorso razionale corrente; già si era così proferito in merito Bhāmana (IV-V secolo) con la nozione di vakrokti “espressione contorta, indiretta”. In ogni caso le qualità che in questa fase si vanno ricercando sono pur sempre definite oggettivamente (cfr. l’anima del kāvya che secondo Vāmana risiede nel mārga, ovvero nello stile determinato da qualità precise, guṇa) anziché essere lasciate alla sensibilità personale del lettore (come poi sarà ‘scoperto’).
Un progresso decisivo è compiuto dal kashmiro Ānandavardhana (IX secolo) il quale muove da tale riflessione: il linguaggio quotidiano si vale continuamente di figure retoriche senza però farsi poesia. Quale, dunque, la specificità del linguaggio poetico e quale il criterio ermeneutico profondo? Il teorico kashmiro la individua in una funzione differente dall’ordinario e tale da essere peculiare della poesia: essa consiste nella facoltà di “manifestare, risuonare” (dhvani) significati supplementari che espandono e trascendono quelli letterali e anche traslati, ma in modo implicito in quanto allo stesso tempo inespressi e non altrimenti esplicabili.
Ānandavardhana sceglie la strofe pracrita CMXLIV della Sattasaī (“Settecenturia”) di Hāla, di indubbia bellezza, per commentarne l’elemento estatico “immanifesto-manifestantesi”: «Vattene; per me sola siano i sospiri e le lacrime, e non anche per te, che per falsa gentilezza resti lontano da lei» (trad. di V. Mazzarino); nel commentarla, viene rilevato che l’esplicitato (cioè il senso letterale, o somatico con termine origeniano) è di forma esortativa, mentre l’implicitato (o il senso metaforico, o spirituale con termine origeniano) non è né una esortazione né una proibizione.
Il senso letterale vuole il comando della donna, ma la “risonanza” del linguaggio poetico riverbera un terzo significato, oltre anche a quello traslato che comunque non smentisce: si comunica in realtà la consapevolezza della protagonista di essere tradita dall’amante– tale l’intenzione sottesa alla strofe distica di Hāla. Ānandavardhana integra (fino a renderla poi esclusiva) poi la nozione di dhvani con quella teatrale di rasa, letteralmente “liquido, succo, sapore”, cioè “sentimento”– questa nozione apparteneva cioè al sopracitato trattato sul teatro indiano, dove designava gli otto sentimenti (amore, ilarità, compassione, furore, eroismo, terrore, disgusto, meraviglia) che possono essere “assaporati” nelle diverse scene di un dramma.
A fondamento di ciascuno dei rasa v’è la rispettiva “stabile emozione” (sthāyibhava, cfr. radice sscr. “bhu-” con gr. φύω e lat. fio), come v’è segnato in Nāṭ. VI (vv. 33 e ss.): «vibhāv-ānubhāva-vyabhicāri-saṃyogād rasa-niṣpattiḥ» ovvero “Dall’unione (“sam-yoga” cfr. lat. con-iungo) dei determinanti (= delle cause), dei conseguenti (= degli effetti) e degli stati mentali transitori, lo spiccare il volo (“niṣ-patti” cfr. gr. πέτομαι) del rasa”. Il limite di Ānandavardhana resta quello di non definire il rasa o le conseguenze della relazione tra rasa e dhvani: quest’ultimo rimane la specie più importante del primo ma pur sempre un “significato” linguistico, un dato “obiettivo” del testo.
Ad approfondire definitivamente l’esperienza del rasa, fondandovi una teoria generale, è il grande pensatore kashmiro Abhinavagupta (XI secolo), commentatore sia del Nāṭyaśāstra sia del Dhanyāloka (“Luce della manifestazione” cfr. PIE. *√lewk-“bianco, luce, chiaro” con sscr. ā-loka, gr. λευκός lat. lux) di Ānandavardhana.
[…]
Questo brano è tratto dalla tesi:
Amore ed Eros tra kāvya ed epigrammi: visioni e incanti in India e in Grecia
CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI
La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF
Acquista
Informazioni tesi
Autore: | Emiliano Sciuba |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2015-16 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Lettere Classiche |
Relatore: | Albio Cesare Cassio |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 94 |
FAQ
Come consultare una tesi
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Perché consultare una tesi?
- perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
- perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
- perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
Clausole di consultazione
- L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
- Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
- L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
Vuoi tradurre questa tesi?
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »
DUBBI? Contattaci
Contatta la redazione a
[email protected]
Parole chiave
Tesi correlate
Non hai trovato quello che cercavi?
Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database
Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione
Ottimizza la tua ricerca:
- individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
- elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
- se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
- utilizza la ricerca avanzata
- utilizza gli operatori booleani (and, or, "")
Idee per la tesi?
Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti
Come si scrive una tesi di laurea?
A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?
Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.
La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?
La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.
Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:
È ora di pubblicare la tesi