La teoria dell'attaccamento nel processo adottivo
Come si sviluppa l'attaccamento tra figli e genitori adottivi?
Le teorie sull'attaccamento rivestono un ruolo centrale per lo sviluppo delle relazioni degli esseri umani dalla nascita fino alla morte, la salute mentale di questi ultimi è strettamente legata soprattutto ai rapporti che si instaurano durante la prima infanzia.
Ma come si diventa genitori? Come si costruisce questo legame di attaccamento genitoriale? Un legame genitoriale è qualcosa di inspiegabile, un qualcosa che è a prescindere dalla biologia, è un una dimensione spesso conosciuta ai genitori, che continuano a essere ciò che erano prima di mettere al mondo un figlio, senza la più pallida idea che quella nascita esige da loro una radicale trasformazione del loro modo d'essere e di rapportarsi tra loro. Persuasi che per essere buoni genitori è sufficiente l'amore che provano per i loro figli ( per giunta l'amore come lo intendono loro, e spesso non come i figli lo vorrebbero) molti genitori restano quello che sono, solo con un piccolo legame fatto soprattutto di responsabilità, dedizione incondizionata che il figlio ci porta; quando un figlio arriva non conosciamo le sue reali esigenze e necessità sappiamo solo che vogliamo prendercene cura; ma non è in questo caso solo un desiderio legato all'affetto per i genitori adottivi c'è una vera è propria disponibilità al cambiamento e all'accoglienza di quel nuovo figlio.
Questa spinta è più forte nei genitori adottivi perché hanno già maturato questa consapevolezza della rigenerazione di Sé, della trasformazione e del confronto coi propri limiti tutte cose che gli permetteranno di affrontare al meglio la costruzione del legame con il bambino.
Si tratta quindi di un percorso tutt'altro che lineare, nel corso del quale le esigenze di entrambi devono incontrarsi e scontrarsi fino a trovare una via comune, una via a cui si da forma attraverso le sfide quotidiane, la voglia di mettersi in gioco.
La difficoltà più grande per un neogenitore in questo senso è quella di riuscire a costruire al contempo una relazione che sia sana sia affettivamente che educativamente, soprattutto imparando ad accettare quegli aspetti e senza intaccare quello che è la personalità e il passato del bambino; un compito che può essere molto difficile.
In questo senso diciamo che mentre la costruzione del legame per i genitori biologici comincia dalle similitudini, quella per i genitori adottivi comincia dalle differenze per poi raggiungere la somiglianza.
Il ruolo del padre risulta importantissimo in questo caso egli ha la funzione di mediare e limitare in un certo senso il rapporto fra madre e bambino che a volte risulta troppo intenso, ma anche e soprattutto di favorire l'attaccamento fra i due.
Ha un compito di protezione, ma allo stesso tempo di comprensione nei primi tempi sta quasi nell'ombra cercando di capire come il bambino sta vivendo l'adozione, i suoi sentimenti, le sue paure e mancanze aspettando il momento giusto in cui potrà colmare quelle ferite e costruire il rapporto col figlio.
Un ruolo differente da quello materno, ma complementare e allo stesso tempo fondamentale per quella che sarà l'integrazione e lo sviluppo del bambino.
Solo l'unione di tutti questi elementi darà luogo alla creazione di una famiglia che non è solo una sfida, ma anche è soprattutto un'opportunità preziosa e la prima e la più forte fonte d'amore dopo tanta sofferenza.
Questo brano è tratto dalla tesi:
La teoria dell'attaccamento nel processo adottivo
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Informazioni tesi
Autore: | Erika D'Urso |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2019-20 |
Università: | Università degli Studi Suor Orsola Benincasa - Napoli |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Psicologia |
Relatore: | Antonella Gritti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 35 |
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