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Livio e i mores della fondazione

Come presentare i mores nella storia delle origini: figure del ricordo

Nel presentare i costumi degli antenati, Livio, come aveva già fatto a proposito della nascita delle leges e dei iura della civitas latina, allo stesso modo trasforma in personificazione dei mores i personaggi della storia, sia principali che secondari, che acquistano nella prospettiva storiografica liviana una dimensione religiosa, politica, morale e civica. Essi svolgono il ruolo di ‹‹figure del ricordo››, perché attraverso la rievocazione del loro nome, avrebbero offerto ai cittadini la possibilità di recuperare e consolidare gli aspetti centrali della propria identità.
Come ha notato Perelli, per quanto la storia di Livio abbia una esplicita vocazione didascalica, i mores maiorum non vengono enunciati in maniera parenetica, ma sono tradotti dall’autore in rappresentazioni narrative spesso vivacemente drammatiche, poiché vivono nei personaggi che li incarnano.
Nella rappresentazione letteraria di tali storie il mos svolge una funzione modellizzante, come ha notato Bettini. Infatti, secondo lo studioso, il mos maiorum si configura come regola da seguire, un paradigma cui il comportamento dei minores, i discendenti, è tenuto ad uniformarsi. Ne consegue pertanto che per presentare al lettore i mores maiorum proprio come costumi/valori degli antenati, Livio abbia sentito il bisogno di chiamare per nome tali maiores. Attingendo al passato repubblicano gli sarebbe riuscito più facile rintracciare l’origine di quei modelli comportamentali eticamente e moralmente degni di imitatio e di aemulatio. I nomi di tali personaggi avrebbero dovuto richiamare la comunità dei cives a giusti comportamenti.
Proprio per la loro originiaria natura orale, i mores maiorum nella storia di Tito Livio sono ricordati sotto forma di racconti, di fatti esemplari, di detti celebri, inseriti nella cornice di narrazioni storiche, affinché dai singoli eventi, che avevano segnato le vicende della città, dal comportamento dei personaggi esemplari, dalle gesta compiute dagli eroi del passato, il lettore romano fosse esortato alla memoria del mos antico. Secondo Bettini, ‹‹a Roma la memoria culturale del mos maiorum si attuava attraverso il ricorso a una serie di figure del ricordo, ossia immagini concrete che fanno parte della memoria collettiva e che fungono da segno capace di richiamare alla mente il comportamento da tenere. In queste figure del ricordo –siano esse imprese del passato, exempla, luoghi, rituali, immagini, e così via- si coagula il comportamento fondante della comunità romana; ed è proprio l’evocazione di queste figure simboliche che ne permette l’attualizzazione all’interno della comunicazione sociale››. Il fatto però che gli exempla di Livio -come anticipato in praefatio, 10- abbiano fini morali non vuol dire che siano eticamente semplici, come giustamente ha sottolineato Stem. Nella storia narrata da Livio si possono trovare figure ambigue, ma la maggior parte dei personaggi storici possiede buone e cattive qualità in misura diversa. Al lettore spetta invece valutare l'equilibrio di quelle qualità, ma il giudizio riguardo a queste figure come exempla dipende fortemente dalla loro presentazione, secondo quanto raccontato dallo storico.
La storia romana, specialmente quella più remota, dal punto di vista dell’autore assume caratteri paradigmatici dal momento che mostra una galleria di personaggi-ritratto, rappresentanti le virtutes e i vitia, attraverso i quali Livio avrebbe facilitato, secondo Calhoon, una memoria che rappresenta il carattere nazionale romano. Come anticipato nella praefatio 10, la narrazione storica liviana comprende i documenta omnis exempli, cioè propriamente, secondo l’interpretazione di Ferrero, ‹‹la memoria dei fatti dai quali trarre una pratica norma di condotta. Così la natura e il concetto della storia si delineano in base allo scopo, al pratico intendimento di essa, col quale perciò si identifica la cognitio rerum››.

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Livio e i mores della fondazione

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Informazioni tesi

  Autore: Marthia Caleca
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Palermo
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Lettere
  Relatore: Rosa Rita Marchese
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 135

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Parole chiave

letteratura latina
storia di roma
livio
mos maiorum
mores maiorum
instituta

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