The Rime of the Ancient Mariner: contesto, simboli e reinterpretazioni
Coleridge e Daniel Defoe a confronto: la questione della morale
Questo paragrafo si dedicherà al confronto fra la Rime e Robinson Crusoe. Quest'ultima opera ha appassionato Coleridge sin dall'infanzia poiché stimolava la sua immaginazione. Non è un caso che molte delle opere di Coleridge contengano citazioni (o annotazioni) dal Robinson, con riferimenti particolari alla denuncia del fenomeno della schiavitù. Un altro aspetto che lega la Rime al Crusoe, come testimoniato nella rivista Watchman (di cui Coleridge fu editore nel 1796), si ritrova in ciò che il poeta scrive: “Will God bless the food which is polluted with the Blood of his own innocent children?" […] "The merchant finds no argument against it in his ledger: the citizen at the crouded feast is not nauseated by the stench and filth of the slave-vessel […]”.
Sostenitore quindi della corrente abolizionista, Coleridge trova particolarmente importanti alcune parti dell'opera di Defoe riguardanti il boicottaggio dello zucchero e del rhum. Occorre a tal proposito, ricordare che nel 1792 Coleridge vinse la Browne medal presentando la sua poesia, The Unhappy Fate of the Slaves in the West Indian Islands. Tale ricorrenza annuale consisteva in una competizione in cui i poeti partecipanti (tra questi Coleridge), esponevano le loro poesie in latino e greco alla Università di Cambridge; oltre ad essere un tributo a Sir William Browne (morto nel 1774), all'epoca presidente del College of Physicians.
Per quanto sia stato forte il disprezzo verso la schiavitù, Coleridge nutriva una forte stima nei confronti di Defoe, nonostante egli stesso fosse stato un commerciante di schiavi, come conferma lo stesso Keane: “The Bristol lecture and Watchman essay contains his most fiery outburst on the subject, but first a more personal illustration of his attitude during the 1790s may be of interest, especially since it provides a striking contrast to that of "Master Crusoe”.
Tale apparente incoerenza può essere spiegata collegandosi alla sua idea di Robinson Crusoe, vista come un'opera di pura immaginazione che non meritava le critiche ricevute, poiché non nata con una propensione verso la moralità. Lo stesso Coleridge, in una glossa, riporta che la visione del Crusoe “is like the Vision of a happy Night-mair, such as a Denizen of Elysium might be supposed to have from a little excess in his Nectar and Ambrosia Supper. Our imagination is kept in full play […]”.
L'apprezzamento nei confronti di Robinson Crusoe, descritto sia come un'opera di geniale fantasia sia come una sorta di romanzo escapista, divenne ancor maggiore quando Coleridge lesse le Arabian Nights. Come egli stesso affermò, il testo si rivelò sempre piacevole da leggere, mai stancante: “You will observe that all that is wonderful in this tale is the result of external circumstances – of things which fortune brings to Crusoe's hand”.
La critica letteraria, esattamente come successe per Robinson Crusoe, ha riconosciuto anche per la Rime la forte presenza di una morale, contrariamente a quanto Coleridge ha sempre sostenuto. Con riferimento a ciò, si evidenza la critica mossa dalla Barbauld sul fatto che la Rime non avesse una morale: “The fault of the Ancient Mariner consists in making the moral sentiment too apparent and bringing it in too much as a principle or cause in a work of such pure Imagination”. Coleridge diversi anni dopo, nel suo Table Talk, affermò che:
“La signora Barbauld una volta mi disse che ammirava moltissimo il Vecchio Marinaio, ma che aveva due difetti: era inverosimile e non aveva una morale. Quanto alla verosimiglianza, riconobbi che la si poteva discutere; ma quanto alla mancanza di una morale, le dissi che a mio giudizio il poemetto ne aveva troppa; […]”.
In risposta alla sua dichiarazione, nel 1835, il nipote di Coleridge, H. Nelson Coleridge scrisse: “I told her that in my own judgment the poem had too much; and that the only or chief fault […] was the obtrusion of the moral sentiment […]”.
Questo brano è tratto dalla tesi:
The Rime of the Ancient Mariner: contesto, simboli e reinterpretazioni
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Informazioni tesi
Autore: | Francesco Bambi |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2019-20 |
Università: | Università degli Studi di Firenze |
Facoltà: | Lingue e Letterature Straniere |
Corso: | Lingue e letterature straniere |
Relatore: | Fernando Cioni |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 45 |
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