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Aspetti metodologici, economici ed ambientali del cloud computing

Cifrare i dati sui provider

L’informazione circa la conoscenza di un determinato server in uso e la sua ubicazione è un fattore, spesso sottovalutato, di interferenza con l’adozione di pratiche di sicurezza e riservatezza dei dati. Affermati fornitori di servizi come Amazon, Google, e altri, ad esempio, hanno sposato la politica di non rivelare dove siano localizzati i propri data center; limitandosi semplicemente a comunicare che ciascuno è in un edificio non meglio definito, ma dotato di un perimetro fisico con controlli di tipo militare.
In cambio tali società rendono pubbliche le proprie procedure di sicurezza ed i propri standard; anche se in verità nulla può garantire il cliente che il proprio provider mantenga quanto promesso, sebbene tali elementi potranno avere una certa rilevanza e tutela in un’eventuale sede legale.

Una problematica di questo tipo viene correttamente affrontata con l’adozione di precauzioni che, sarebbero necessarie in ogni caso, ma che normalmente non vengono prese, ovvero:
- cifrare i propri dati sensibili, sia in memoria che nel database, quindi crittografare il backup ed anche il traffico di rete;
- archiviare anche in locale i corrispondenti backup;
- scegliere un secondo provider ed utilizzare backup automatizzati e regolari per assicurarsi che tutti i dati correnti e storici possano essere recuperati anche nel caso in cui il provider principale sparisca improvvisamente.

Nella nuvola, infatti, i dati sono da qualche parte, non si conosce dove, ma si conoscono alcuni parametri di base:
- i dati vivono nel perimetro del sistema operativo della macchina virtuale che li ospita di cui l’utilizzatore è il solo che controlla le modalità di accesso;
- il traffico di rete relativo allo scambio dati tra istanze non è visibile alle macchine virtuali non coinvolte direttamente nel traffico;
per gran parte dei servizi di storage nella nuvola, l’accesso ai dati è privato di default.

La soluzione più opportuna è cifrare tutto: il traffico di rete, i backup ed i filesystem. La cifratura in tutte le sue forme è un’operazione dispendiosa in termini di CPU e il dispendio più alto si ha se si cifra un intero filesystem, perciò in alcuni casi questa precauzione potrebbe risultare poco pratica. Ne discende che sia meglio bilanciare i requisiti di prestazioni con quelli di protezione dei dati, individuando l’opportuno livello tra protezione e prestazione del sistema.
Tuttavia anche la stessa gestione all’avvio di un server virtuale, che usi filesystem cifrati, è più semplice nella Nuvola che in una infrastruttura tradizionale Un’importante differenza tra i data center tradizionali e la Nuvola è che i dati risiedono fisicamente su server di terzi.
Chi ha implementato una infrastruttura IT in outsourcing presso un provider si è forse già abituato a questa idea, ma ciò che la nuvola aggiunge è l’impossibilità di vedere o toccare i server su cui risiedano i dati. Il significato di questo cambio di paradigma è forse più psicologico che reale, ma pone ugualmente problemi concreti.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Aspetti metodologici, economici ed ambientali del cloud computing

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Informazioni tesi

  Autore: Gianfranco Serio
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Bari
  Facoltà: Economia
  Corso: Consulenza Professionale per le Aziende
  Relatore: Michele Scalera
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 127

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