L'attualità del Grande Crollo degli anni Trenta
Cause dello scoppio della Crisi
La società Americana era ossessionata dal mito di una crescente prosperità, proprio quando gli Americani vantavano ad ogni passo i pregi nella tradizione, molti valori della civiltà toccarono il loro livello più basso. Alla fine degli anni Venti il sistema capitalistico conobbe la più grave crisi economica della sua storia, un fenomeno di importanza cruciale nella storia Novecentesca per la complessità e le rilevanze dei suoi effetti socio-economici e politici che coinvolse anche il Resto del Mondo.
Per comprendere l’inizio e caratteristiche della Crisi, dobbiamo collocarla nelle dinamiche economiche del I dopoguerra, sulla spinta del miglioramento continuo del processo di produzione innescato dalla Grande Guerra, con la maturazione della società di massa iniziata già da fine Ottocento tra cui la più importante la perdita dell’egemonia economica europea a favore degli USA.
Le concause della Crisi sono oggetto continuo di discussione, in sintesi si trattò di una Crisi di sovrapproduzione (agricola e industriale) amplificata dalla speculazione sui titoli azionari (valore eccessivo delle stesse).
Sicuramente senza di essa Hitler non sarebbe salito al potere e quasi sicuramente non ci sarebbe stato nessun F.D. Roosevelt. Dopo il 1917, l’economia americana era cambiata negli anni Venti, una nuova etica di consumo aveva incominciato a diffondersi, la smania dell’efficienza fu determinante per l’impulso progressista (Ford e Taylor) e la I Guerra Mondiale. La diffusa “fiducia” nella capacità di sviluppo dell’apparato produttivo e disponibilità di capitali, indussero ad una sorte di euforia speculativa, relativa ai titoli quotati nella borsa di New York, con la convinzione che il mondo degli affari avesse imboccato la strada della crescita permanente, fu questa l’idea ingenua a promuovere l’iniziativa avventata di arricchirsi tutti e in fretta. Ciò che rappresentò una novità nella Crisi del ‘29 furono le sue impressionanti fluttazioni che misero in discussione il Sistema Economico. Una commissione di economisti nel 1929 si meravigliava per l’effusione di energia che in sette anni aveva eretto grattacieli, collegato fra loro 48 Stati con 20.000 miglia di linee aeree, trasporti per ferrovia e per via fluviale ogni anno più di un miliardo e mezzo di tonnellate di merci trasportate, affollate strade con più di 25 milioni di auto, attivando l’elettricità in 17 milioni di case, con 120 milioni di persone occupate, su una popolazione di 133 milioni di abitanti, politici, imprenditori parlavano di una nuova epoca economica, un sogno di alti salari, profitti, crediti erogati con sempre più facilità.
Questo eccesso di fiducia spinse i cittadini comuni a grandi aspettative che facevano girare la testa; il Paese andava incontro a difficoltà gravissime, non vi fu iniziativa per arrestare la tendenza delle speculazioni che arrecarono il disastro. In quegli anni la distribuzione del reddito presentava notevoli disuguaglianze, mentre la produzione aumentava, i salari rimasero costanti, con effetti che i profitti e redditi dei ricchi si incrementavano sempre di più, favorita da una politica del segretario del Tesoro, Andrei W. Mellon, riducendo le imposte ai più ricchi per incentivare gli investimenti; nel 1929, il 5% della popolazione godeva dei redditi più alti, incassava ⅓ di tutto il reddito individuale, questo incominciava a significare che l’economia dipendeva sempre di più dai ricchi e dalle loro disponibilità ad investire per alimentare il ciclo produttivo, riflettendosi sull’economia reale, tuttavia le ingiustizie erano tipiche di quegli anni ed anche il movimento sindacale era debole, si lavorava per 12 ore al giorno su sette giorni alla settimana (ogni due settimane, quando c’era il cambio turno si lavorava 24 ore su 24).
La giornata lavorativa di 12 ore fu abolita dal presidente W. Harding, altre concause durante la I Guerra Mondiale gli Stati Uniti divennero il maggior creditore, implicando che un paese creditore deve importare di più di quanto esporti se vuole consentire ai suoi paesi debitori di rimettere i debiti oppure condonarli. Altro punto debole dell’economia (che sarà ripreso in seguito) fu rappresentato dal gioco d’azzardo delle società per azioni. E’ opportuno comparare le attività dei diversi Presidenti che si sono succeduti negli anni Venti:
W. Harding (3/1921-8/1923), fu il primo di tre presidenti americani che non attuò politiche, atte a contrastare la frenetica corsa al rialzo dei titoli di Wall Street, con tutto che avesse una vaga idea dei processi economici, morì il 2 agosto del 1923 per embolo, lasciando una pessima eredità, coinvolto nelle speculazioni finanziarie, con un debito al suo agente di cambio di 180.000 dollari, aveva fatto disastrose speculazioni da presidente e non era la persona più adatta a frenare i rialzi speculativi di borsa. Un’amministrazione di scandali, tra cui due funzionari accusati di corruzione; Harding nominò responsabile della politica monetaria il concittadino Daniel R. Crissinger amico d’infanzia che si era appropriato indebitamente da bambino di meloni insieme ad Harding, successivamente fu messo a capo di Federal Riserve System. Harding avrebbe dovuto per deontologia professionale intervenire al Congresso per segnalare l’attività di Wall Street, ma l’eccesso di fiducia l’aveva trascinato;
Mentre Calvin Coolidge (8/1923 al 3/1929), vicepresidente di Harding, successore di Harding alla sua morte, una maschera che nascondeva un’intelligenza serena e acuta, in un certo senso si rendeva conto di quello che stava succedendo, nelle Memorie di H. Hoover sulla Crisi dimostrò che Coolidge si aggiornava sugli avvenimenti. Durante la sua presidenza diverse persone si recavano da lui per avvertirlo del disastro imminente; nel 1927, per suggerimenti di un ex-assistente della Casa Bianca, Cooldige mandò a chiamare William Z. Replay di Harvad, che aveva denunciato le macchinazioni delle società finanziare del tempo, commettendo l’errore di dire a Coolidge che la responsabilità di regolare la materia era di competenza dei singoli Governatori (com’era effettivamente), Coolidge si illuminò in viso e allontanò il problema dalla sua mente.
Questo brano è tratto dalla tesi:
L'attualità del Grande Crollo degli anni Trenta
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Informazioni tesi
Autore: | Maurizio Settembre |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Scienze economico-aziendali |
Relatore: | Pietro Cafaro |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 264 |
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