Il doppiaggio delle serie televisive: il caso de El Internado (Spagna, 2007)
Caratteristiche generali del doppiaggio
Nei paragrafi successivi verranno analizzati dettagliatamente alcuni particolari aspetti del doppiaggio, mentre qui mi limiterò ad una panoramica generale.
I titoli degli episodi sono tutti stati tradotti fedelmente agli originali, ad eccezione del primo episodio “Los monstruos no hacen cosquillas” (letteralmente “I mostri non fanno il solletico”), che è diventato “Arrivo a Laguna Negra”.
Nei casi di presenza di scritte a video (in maggioranza lettere ed e-mail) è stata inserita una voce fuori campo, solitamente del destinatario, che ne leggesse il testo, di modo che lo spettatore italiano non restasse all’oscuro del contenuto, spesso utile ai fini della trama. Un caso particolare si è presentato nel quinto episodio quando, durante un breve dialogo in francese, nella versione spagnola sono stati inseriti i sottotitoli contenenti la traduzione della conversazione, mentre nella versione italiana ciò non è stato fatto, lasciando solo l’audio francese.
I nomi propri sono stati mantenuti, così come la loro pronuncia, ad eccezione del nome Gerardo che viene pronunciato all’italiana, anche se è un nome che compare soltanto in una breve scena di un episodio. Ritengo invece che quando nel terzo episodio Paula dà il nome al nuovo puledro che è appena arrivato, questo si sarebbe dovuto tradurre. La bambina nell’originale sceglie “Gnomo”, che risulta “Nomo” in italiano visto che nella pronuncia spagnola la “g” è muta; in questo caso sarebbe stato forse più adeguato tradurre con “Gnomo”, la piccola ha optato per questo nome in onore del suo amico gnomo, per l’appunto.
Approfondendo l’analisi, ho notato qualche incoerenza nell’adattamento dei termini ricorrenti. Il lavoro di Elsa, “jefa de estudios”, viene tradotto con “direttrice didattica” nella maggioranza degli episodi, ma nel quinto viene invece detto che è la “dirigente scolastica”. Nonostante non sia una traduzione errata, si dovrebbe cercare una certa continuità nella resa di espressioni che compaiono più volte nel corso della serie a beneficio del pubblico. Accade lo stesso con il termine “película”, in riferimento al filmato che i ragazzi trovano nei sotterranei. Infatti viene giustamente tradotto con “filmato” in buona parte degli episodi, ma nella prima parte del quinto episodio viene invece preferita la parola “film”. Qui l’imprecisione potrebbe causare un breve disorientamento allo spettatore italiano, il quale associa il “film” al cinema. Tuttavia poi, nel corso del medesimo episodio, viene ripristinato il termine “filmato”. Infine la parola “seño”, usata dai bambini per riferirsi alla propria maestra e quindi in questo caso spesso riferita ad Amelia, è stata tradotta a volte con “signorina”, altre con “maestra”, in altri casi ancora viene detto il nome di Amelia. In questo caso forse sarebbe stato meglio mantenersi sul “maestra” o sul nome proprio dell’insegnante, anche perché in Italia non si sentono i bambini chiamare la propria maestra “signorina”. Pure il lavoro di María viene tradotto in più modi: lei è una “limpiadora”, che diventa “donna delle pulizie” o “domestica”.
C’è stata incoerenza anche nei confronti della scelta di un adattamento più target oriented piuttosto che source oriented. Normalmente le versioni italiane di film e telefilm tendono a prediligere un approccio target oriented, e in genere è anche la linea che è stata seguita per “El internado”. Infatti alcuni riferimenti culturali che compaiono sono stati neutralizzati, come “Rioja” che è stato tradotto con un generico “vino” e “calimochos” che diventa “vino e alcolici”, entrambi nel primo episodio. Nel quinto episodio il riferimento ad Alcalá-Meco viene di nuovo generalizzato con “prigione”; la “Guardia Civil”, che viene nominata varie volte nel corso della serie, viene semplicemente chiamata “polizia”, nonostante in realtà si tratti di due corpi armati diversi, infatti nel corso della serie viene fatto anche riferimento alla “Policía” vera e propria.
Invece nel quinto episodio si fa riferimento al Ratoncito Peréz che nell’edizione italiana viene tradotto alla lettera con “Topolino Peréz”; forse una scelta più in linea con le precedenti e con un adattamento target oriented sarebbe stata la neutralizzazione anche in questo caso, con “topolino dei denti” o “fatina dei denti”.
Tutte queste discordanze sono forse attribuibili al fatto che varie persone hanno collaborato all’adattamento dei dialoghi originali, quindi ognuno di loro ha avuto un diverso metodo di lavoro.
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Il doppiaggio delle serie televisive: il caso de El Internado (Spagna, 2007)
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Informazioni tesi
Autore: | Serena Aldinucci |
Tipo: | Diploma di Laurea |
Anno: | 2012-13 |
Università: | Università per stranieri di Siena |
Facoltà: | Mediazione Linguistica e Culturale |
Corso: | Traduzione in ambito turistico-imprenditoriale |
Relatore: | Beatrice Garzelli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 76 |
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