L'esperienza del roverismo. Occasione di crescita e scelta di vita

Il roverismo è un’esperienza di vita comunitaria che trova le sue caratteristiche essenziali, nello spirito di fraternità, nella vita all’aria aperta e nel servizio verso il prossimo. Essa è l’ultima delle branche giovanili dello scautismo. La cellula fondamentale è la compagnia o "clan" formata da ragazzi e ragazze dai 16 ai 21 anni che scelgono volontariamente di seguire la Legge scout e di fare un cammino di servizio. Con il termine clan ci si riferisce al luogo figurato dove s’incontrano i giovani chiamati rover (ragazzi) e scolte (ragazze). Proprio dal termine rover deriva il nome roverismo fondato in Italia da Andrea Ghetti, membro di uno dei gruppi di scout clandestini nati durante il periodo del fascismo: le aquile randagie. Mentre le fasce di età precedenti fondono le loro attività sul gioco e sull’avventura, il roverismo si basa sulla strada. La maggior parte delle attività di clan si svolge sotto forma di campi itineranti per offrire l’occasione ai ragazzi di confrontarsi con i propri limiti, conoscere gli altri e il mondo che li circonda. La strada è dove vivono il rover e la scolta. Strada intesa nel senso più lato di cammino di vita e nel senso fisico di cammino da percorrere. Il rover e la scolta sono i primi responsabili della propria crescita. Le attività comunitarie si decidono in clan ma il cammino lungo la strada è assolutamente personale. La strada è piena di bivi, sorprese, incognite. La strada la si perde e poi la si ritrova. È una formidabile e misteriosa palestra, una calzante metafora della vita. I ragazzi e le ragazze che compongono il clan affrontano le stesse difficoltà e condividono le stesse gioie. Camminano seguendo le regole che loro stessi decidono e le trascrivono in quella che viene chiamata "Carta di clan". La "carta" è un documento che descrive i punti forti, i valori, i sogni e le difficoltà dei membri della comunità. Una carta d’identità che raffigura il volto e le specifiche di quei ragazzi e non di altri. Una fotografia, che li aiuta a seguire la strada che hanno scelto di camminare, con la quale confrontarsi e grazie alla quale crescere e diventare uomini e donne della "partenza". La partenza è intesa come ultimo atto della vita di clan che proietta i ragazzi che terminano il percorso verso una nuova strada, più ardua e nascosta. La partenza è celebrata attraverso una cerimonia densa di simbologie e significati profondi, cui partecipa l’intero clan e tutta la comunità degli educatori che sanciscono la conclusione dell’iter educativo e chiedono al ragazzo di presentare la sua futura scelta di vita. Per i partenti si apre una nuova strada priva della sicurezza della comunità di clan ma ricca delle esperienze vissute e dei valori conquistati. È per servire che sono rover o scolta. Il rover e la scolta sono dunque un tipo di giovane con senso di religiosità fondata su idee chiare, senso di competenza e senso di servizio come risposta alla vocazione cristiana. Ha il coraggio di restare anche solo per rimanere onesto. È così che il roverismo è una scuola di uomini per la vita: e se fallisce a questa meta resta cosa inutile.