Il Gruppo

Il tipo di carattere è il criterio più usato per la composizione del gruppo, il quale può essere omogeneo o bilanciarsi riguardo alcuni tipi caratteriali.
"Per esempio una coppia di schizoidi non dovrebbe stare in un gruppo con forte dominanza sociopatica, come il numero di caratteri masochisti e psicopatici, rappresentati nel gruppo, non dovrebbero essere predominanti sugli orali e gli schizoidi. In linea di massima gli aggressivi e i vociferanti non dovrebbero essere in numero soverchiante". (Lo Diacono Z., Milazzo P., 'La sala degli specchi: comunicazione e psicologia gruppale')

Il numero dei componenti non dovrebbe superare le otto-nove persone, poiché in analisi bioenergetica il fondamentale lavoro terapeutico è con un singolo membro in presenza degli altri elementi del gruppo e ciascun membro deve poter avere il tempo necessario per lavorare su di sé. Se il gruppo è numeroso si può intervenire con una conduzione di coppia. Questo anche per
seguire meglio l’intervento bidirezionale. Il terapeuta principale, dopo aver stimolato il movimento psico-emozionale del gruppo, lavora su un individuo alla volta, il secondo terapeuta assiste il gruppo, dà il feed-back dopo il lavoro individuale.

Il setting di gruppo prevede generalmente una sessione di circa due ore, una volta la settimana per una anno o due.
"L’esperienza di gruppo necessita di un contenimento che solo il tempo inteso come durata dell’esperienza può dare, scandendo il momento preciso del suo inizio e della sua fine". (Buti Zaccagnini G., 'Il gruppo in Analisi Bioenergetica')
Le interazioni di qualunque tipo che si svolgessero prima o dopo il tempo stabilito, fuori dal setting spazio-temporale, assumerebbero qualità diversa, in quanto avvenute al di fuori del setting che dà forma e qualità all’esperienza terapeutica.
Il gruppo può essere aperto, quindi possono aggiungersi degli elementi in qualsiasi momento previa selezione da parte del conduttore, o chiuso.
"Il “setting” è un luogo spazio-temporale dinamico e flessibile, costruito dalla “diade” terapeuta-membri del gruppo, all’interno del quale e in funzione del quale il processo terapeutico di gruppo può svilupparsi.
Esso si pone come “confine” che delimita e contiene il gruppo, e consente l’evolversi del processo ponendosi come “base e condizione della comunicazione fra sé e l’altro”, si tratta di una matrice comunicativa in continua evoluzione frutto dei continui cambiamenti che avvengono fra separatezza e inclusione. La funzione interattiva del gruppo si sviluppa grazie alla fluidità dei confini del setting e alla loro flessibilità, proprietà che facilitano l’accesso dei singoli membri al processo primario del gruppo.
Tale processo primario è chiaramente individuabile attraverso il linguaggio del corpo, cioè traspare im-mediato dall’atteggiamento di ognuno dei membri, e attraverso l’osservazione del variare della disposizione e configurazione che il gruppo nel suo insieme assume durante l’evolversi del processo […] La flessibilità del setting modulata dal terapeuta crea sicurezza in quanto consente di mantenere confini professionali certi (le costanti spazio/temporali/contrattuali), che possono così essere esplorati ed attraversati psicologicamente in una continua oscillazione per ”prova ed errore” favorendo il processo di individuazione dei membri del gruppo". (Ibidem)