Esperienze sfavorevoli infantili e cancro: riflessione sul trauma complesso e malattia somatica in età adulta
Cancro ed eventi avversi: ''il killer silenzioso'' o dobbiamo imparare ad ascoltarci?
Modificazioni della risposta immunitaria, sia a livello qualitativo che quantitativo, possono dipendere da stimolazioni o lesioni, come la modifica da parte di eventi traumatici, di diverse aree cerebrali; come anche una carente funzione immunitaria può facilitare sia la nascita che la conseguente crescita e propagazione di un tumore (Solano, 2013).
Si può apporre il focus di questi meccanismi nello stressors o evento traumatico vissuto: lo stress include una risposta fisiologica che corrisponde in gran parte all’asse ipotalamo-ipofisi-surrene; non è quindi un caso che sia proprio quest’asse ad essere anche il collegamento più noto tra sistema nervoso centrale e sistema immunitario.
La risposta biologica allo stress può portare, come abbiamo visto, modificazioni dei sistemi cerebrali; inoltre molti studi hanno evidenziato la presenza di determinate caratteristiche psicologiche (per esempio ridotta capacità introspettiva, alessitimia, mancanza di assertività, etc) in pazienti con patologia neoplastica (Grossarth-Maticek, Eysenek, Vetter & Frentzel- Beyme, 1986; Mastrovito, Deguire, Clarkin, Thaler, Lewis, & Cooper, 1979; Greer & Watson, 1985), caratteristiche interpretabili come mediatori per il rischio di malattia; e molte di queste peculiarità, biologicamente, sono collegate ad una attività ridotta del sistema immunitario, oltre che ad alterazioni del sistema endocrino e del sistema nervoso centrale.
Le endorfine prodotte in modo eccessivo dallo stress sia dall’ipotalamo che dal surrene, vengono considerate immunosoppressive (Lanius, Vermetten & Pain, 2010).
Si può quindi affermare che lo stato psicologico di allerta di un individuo ha effetto sia sulla funzione del sistema immunitario, sull’insorgenza di malattie e loro decorso, e anche su insorgenza e decorso di neoplasie.
Ancora oggi, nonostante innumerevoli studi condotti sulla nascita dei tumori, non esiste una eziologia precisa delle neoplasie; si possono riscontrare vari fattori di rischio come i fattori genetici, dove l’ereditarietà genetica familiare interagisce con fattori ambientali e psicosociali, fattori immunitari e ormonali, ad esempio per quest’ultimi, un eccesso di ormone aumenta il rischio statistico di mutazione cancerosa (Solano, 2013) e comportamenti a rischio come l’uso di sostanze stupefacenti, abuso di alcol o tabagismo.
Più e più volte si è sentito parlare dei tumori come cellule impazzite, la cui regolazione molecolare si altera anche se la funzione moltiplicatrice non varia, diffondendo velocemente le cellule malate. In modo molto simile anche un individuo con sistemi psicologici adattivi alterati vive una disregolazione sia a livello dei circuiti biologici che psicologici.
Per quanto non sia evidente una relazione lineare tra trauma e cancro, una rassegna di studi presenta molti risultati favorevoli: associazione tra depressione, supporto sociale e attività delle cellule Natural Killer (sistema immunitario) nei pazienti con neoplasia mammaria; associazioni significative tra fattori psicosociali e sistema immunitario in soggetti con tumore; i mediatori immunitari comunicano con il sistema nervoso centrale stimolando la produzione di risposte agli stimoli, modificando le funzioni neurali, causando una risposta adattiva inadeguata; eventi sfavorevoli e depressione sono state associati ad una più alta mortalità a causa di diversi tipi di cancro (Mc Donald, O’Connell, Lutgendorf, 2013).
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Esperienze sfavorevoli infantili e cancro: riflessione sul trauma complesso e malattia somatica in età adulta
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Informazioni tesi
Autore: | Elisa Cavalloro |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2017-18 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Psicologia |
Relatore: | Michela Di Trani |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 60 |
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