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La narrativa di Carmen Laforet

Caduta e risposta: la narrativa femminile del dopoguerra

Tra gli studi monografici della narrativa spagnola del dopoguerra sono davvero pochi e molto recenti quelli che focalizzano la loro attenzione esclusivamente sulla narrativa femminile. Nonostante l’importanza delle scrittrici del cosiddetto romanzo delle donne, nessuno si è proposto d’investigare le opere di queste autrici in modo da discernere una loro possibile tradizione.

Questa lacuna è ancora più strana se si considera che la donna degli anni del franchismo viveva in condizioni vitali ed intellettuali speciali tanto che si deve parlare di lei come di una casta a parte. E’ opinione di Geraldine C. Nichols che Carmen Laforet abbia così originato un tipo di letteratura che può essere intesa con l’intento di spiegare e rispondere a questa nuova realtà.

Tra la pubblicazione di Nada nel 1944 e di Primera Memoria nel 1960 trascorrono sedici anni, nonostante i quali, risalta ancor di più l’identità tematica e formale delle opere scritte dalle donne rispetto a quelle maschili. Narrate in forma di ricordi di gioventù, entrambi i romanzi si articolano attorno ad una stessa proposta: esplicare la vera genesi della doppia rovina che vissero le protagoniste nella loro adolescenza, ovvero quella del mondo circostante, caratterizzato dalla guerra, e la propria, apparente corollario della loro maturazione.

Lo stile utilizzato svela lentamente la verità testuale; la due protagoniste fanno molti giri prima di arrivare alla stessa conclusione vicina alla loro doppia perdita. La prima scrittrice che riuscì ad esprimere la sua reazione di fronte al mondo del dopoguerra fu Carmen Laforet con il suo controverso Nada. In Spagna alcuni giudicarono il romanzo degno del premio semi-ufficiale Nadal, mentre altri, più vicini al regime, affermarono che il romanzo giustificava pienamente il titolo.

La trama romanzesca, con le sue immagini di deterioramento sociale ed individuale, rifletteva le pessime condizioni economiche e morali di un paese disfatto dalla guerra; per questo motivo Nada poteva essere letto come una condanna del paese stesso. Dall’altra parte se analizziamo l’enunciato del romanzo capiamo il giudizio favorevole dei critici; lontano dall’essere un romanzo contro il regime, Nada coincide ideologicamente con il discorso ufficiale di questo. I due discorsi usano lo stesso mito del peccato originale per spiegare l’esistenza di un mondo asimmetrico e per strutturare e dare significato alle sue rispettive storie.

In Nada il deterioramento familiare ha anche la sua matrice generatrice; scoprire chi è e qual è stato il suo peccato è uno dei due enigmi strutturali del testo. Il secondo enigma si basa sul modo in cui Andrea arriva, appena uscita da una scuola di monache, a condividere la colpa o per lo meno il castigo della famiglia. L’enigma proprio della letteratura ci porta dalla formulazione della domanda fino alla sua contestazione attraverso una serie di dilazioni. Tra queste occupa una posizione di predominanza la finzione, la contestazione ingannevole, la menzogna.

In Nada la protagonista propone varie contestazioni ingegnose dell’enigma, cominciando con l’agente più ovvio, la guerra civile. La distruzione fisica che ha portato è il meno; molto peggio sono le stragi mentali e morali che il narratore osserva nella famiglia della Calle de Aribau. Lì la guerra sembrerebbe avere la colpa di tutto; ma questa spiegazione della decadenza della casa non convince troppo né i personaggi né i lettori. Un’altra possibilità è Gloria, definita da Angustias come la serpiente maligna, che ha fatto sì che la casa non fosse ya lo que ha sido…porque antes era como el paraíso y ahora…(Nada, p.102).

Questa donna-serpente funziona simbolicamente su due livelli; nel più convenzionale è pura femmina e come tale provoca violente gelosie tra i fratelli maschi della casa ed una perpetua discordia tra Angustias e la nonna. Nel più profondo Gloria rappresenta la sopravvivenza nel seno familiare – quindi nazionale – degli effetti dell’impegno storico della Seconda Repubblica, che pretendeva migliorare la condizione delle classi meno abbienti. Con la soluzione dell’enigma si chiarisce quale può essere la colpa da espiare per questa giovane nubile: è donna, presumibilmente sarà madre, quindi peccatrice.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La narrativa di Carmen Laforet

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Informazioni tesi

  Autore: Elena Pocorobba
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2006-07
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere Moderne
  Corso: Lingue e culture moderne
  Relatore: Valeria Scorpioni
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 38

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