Aggressività e bullismo nel XXI secolo
Bullismo e comportamento prosociale
Per dare avvio a programmi di prevenzione e sostegno è importante prestare attenzione agli aspetti del comportamento prosociale.
Una ricerca effettuata da Jackson e Warren64 del 2000 emergono dati importanti sul supporto sociale, utili a spiegare la sua importanza nell’analisi delle dinamiche del bullismo.
Viene confermato come sia importante vivere situazioni positive nella propria vita e l’avere un giusto supporto sociale nello sviluppo del comportamento adattivo.
L’effetto positivo del supporto sociale è molto alto nel gruppo delle femmine perché è una strategia di coping socialmente accettata per loro. Per quanto concerne la popolazione maschile invece essa viene vissuta come una distrazione dall’evento stressante.
Il supporto tra pari è un tipo di sostegno ritenuto molto utile in situazioni di bullismo. Vale a dire quando alcuni alunni intervengono spontaneamente in difesa delle vittime; sarebbe possibile migliorare e potenziare gli effetti come studiato da Cowie.65 Gli alunni possono intervenire in situazioni critiche; il sistema di supporto dei pari, sia esso formale o informale, comprende l’uso delle tecniche fondamentali di counseling, tra cui l’ascolto attivo, l’empatia per una persona in difficoltà sociale o emotiva, un approccio alle difficoltà interpersonale con la tecnica del problem solving e la volontà di assumere un ruolo di supporto. In tutto questo gli adulti forniscono tali abilità ed un giusto ambiente di sostegno in cui esercitarle.
L’adulto in tutto questo ha un ruolo fondamentale di supporto e supervisore, senza però imporre soluzioni.
Proprio la natura non punitiva del supporto tra pari fa sì che si aprono importanti canali comunicativi fra gli studenti coinvolti.
Lo studio è stato svolto nel Regno Unito avendo per oggetto nove scuole primarie e sette secondarie laddove sono presenti sistemi si supporto tra pari.
Fra i sistemi individuiamo:
* Reti di amicizie informali: ai bambini viene insegnato ad offrire supporto ed amicizia nei rapporti quotidiani
* Sistemi di risoluzione di conflitti, ai bambini vengono insegnate tecniche di mediazione per ridimensionare i problemi interpersonali comuni quali possono essere il bullismo, le risse, le esclusioni dal gruppo dei pari.
* Tecniche basate sul counseling, il rapporto tra pari avviene in stanze apposite, dietro appuntamento ed in dato periodo di tempo.
Le scuole prese in esame hanno offerto supporto tra pari alle vittime di bullismo, offrendo loro insegnamenti quali tecniche di base dell’ascolto attivo, analizzando il loro gruppo e individuando i segni di disagio e insegnando loro ad assumere una prospettiva centrate sulla persona e ,priva di attribuzione di colpa.
Tutti i così detti “Aiutanti” cioê i pari, affermano di trarre beneficio dal loro coinvolgimento nel progetto di aiuto: con aumento dell’autostima, consapevolezza del proprio valore, scoprendo di avere un senso di responsabilità e di utilità nei confronti della vita scolastica.
Sono in molti a sostenere che questi benefici provengano da abilità acquisite durante l’addestramento. Contemporaneamente gli stessi “Aiutanti” si trovano essi stessi ad essere bersaglio di derisione o ostilità da membri della comunità scolastica, sotto forma di commenti negativi, dubbi riguardanti la capacità di essere all’altezza di fornire aiuto.
Notiamo anche come sia difficile coinvolgere i ragazzi perché subiscono più pressioni dai loro coetanei maschi.
In alcune occasioni si può trovare resistenza anche da parte dei docenti, in quanto scettici sulla validità del progetto. Tuttavia le resistenze diminuiscono quando si viene coinvolti dalla spiegazione e dallo stesso progetto.
L’avere amici e rapporti positivi con i pari all’interno della classe, riduce sensibilmente la possibilità di vittimizzazione.
Un esempio di supporto tra pari è stato presentato dal gruppo di studiosi Menesini, Codecasa, Benelli e Cowie in una classe italiana, basandolo sul modello befrinding che fa esercitare gli alunni ad applicare comportamenti prosociali e di aiuto nei rapporti quotidiani.
Questo metodo fa sì di potenziare il naturale processo di responsabilità verso gli altri, empatia, comunicazione, supporto emotivo, e reciprocità che i bambini spontaneamente mostrano di avere nei rapporti del quotidiano.
Il modello befriending in scuole inglesi ha mostrato benefici a medio e lungo termine osservati sia da docenti che da allievi.
Alla situazione italiana il, modello befriending sembra calzare a pennello perché, una parte ingente del lavoro verrebbe svolto a scuola durante l’orario curriculare avvalendosi del supporto di psicologi dell’educazione.
La finalità dell’intervento: voler ridurre gli episodi di bullismo portando i bulli a prendere coscienza del proprio ed altrui comportamento; promuovere il senso di responsabilità degli spettatori; offrire aiuto alle vittime, migliorare le relazioni del gruppo classe; quindi analizzare gli effetti dell’intervento in funzione dell’età e del genere degli studenti.
L’intervento si compone di cinque parti:
* Intervento in classe, per migliorare le attitudini positive verso gli altri
* Selezione dei “peer supporters”, attraverso autocandidatura e candidatura da parte dei pari.
* Addestramento per migliorare le abilità di ascolto attivo e tecniche di comunicazione.
* Lavoro in classe: discussioni di gruppo riguardo i bisogni del gruppo e dei singoli, coinvolgendo sia le vittime che altri bambini bisognosi di aiuto, assegnando loro compiti specifici con supervisione da parte degli insegnanti.
* Trasmissione delle competenze acquisite e passaggio del ruolo ad altri bambini.
Questo progetto ha portato degli effetti benefici sui bulli, in termini di maggiore consapevolezza delle loro azioni. Le stesse vittime hanno beneficiato di cambiamenti, in particolar modo nelle strategie del coping.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Aggressività e bullismo nel XXI secolo
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Informazioni tesi
Autore: | Caterina Santo |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2013-14 |
Università: | Università Telematica Pegaso |
Facoltà: | Scienze dell'Educazione |
Corso: | Scienze dell'educazione e della formazione |
Relatore: | Maria Grazia Simone |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 78 |
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