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Morire dal ridere - La parodia nel cinema Horror: Frankenstein Junior di Mel Brooks

Breve storia del genere Horror

L’orrore si inserisce e si sviluppa nella tradizione dei racconti gotici del XVIII e XIX secolo. Gli archetipi sono Frankenstein di Mary Shelley (1818) e Dracula di Bram Stoker (1897), in cui sono ravvisabili le tracce dei romanzi neri inglesi come Il castello di Otranto di Horace Walpole (1764), I misteri di Udolpho di Ann Radcliff (1796), Il monaco di Gregory Lewis (1796), ecc.. In questi testi si elabora il concetto di sublime teorizzato da Edmund Burke, ovvero tutto ciò che evochi una reazione emotiva di turbamento estremo.
Queste, dunque, sono le origini del cinema horror di cui possiamo trovare i primi esempi già in alcuni cortometraggi muti di pionieri del cinema quali George Melies con Le manoir du Diable del 1896, decretato come il primo film dell’orrore della storia.
Un forte contributo al genere fu, poi, dato dai registi tedeschi tra gli anni Dieci e Venti che influenzarono notevolmente le future produzioni di Hollywood.
Le angosce del periodo travagliato della Germania dopo la prima guerra mondiale trasparivano, infatti, nelle opere di giovani autori che, con uno stile per molti aspetti simile a quello dell’avanguardia pittorica, diedero vita a un nuovo cinema in cui venivano sviluppate le immagini del romanzo gotico. Esempi sono Il Golem di Paul Wegener del 1915 o Il gabinetto del dott.Caligari di Robert Wiene del 1919 ed il Nosferatum di Frederich Wilhem Murnau (1922), primo adattamento dal libro di Stoker.
In seguito i film americani ripresero questi temi come ne il gobbo di Notre Dame (1923) e The Monster (1925), entrambi interpretati da Lon Chaney, prima star del cinema horror di cui va ricordato anche il film Il fantasma dell’opera del ’25.
Ma è negli anni Trenta che fanno la loro comparsa pellicole che, grazie al loro impatto sul pubblico, detteranno le regole del genere e immortaleranno una serie di figure che, con opportune variazioni, ricompariranno nel corso dell’intera storia del cinema diventando delle vere e proprie icone.
I produttori americani, in particolare l’Universal Pictures, portarono così sullo schermo personaggi come Dracula (1931), Frankenstein (1931), La mummia (1932) e L’uomo invisibile (1933), che forniranno al cinema anche le prime due grandi figure di star del genere quali Bela Lugosi e Boris Karloff. E’ solo ora che si può parlare di genere horror vero e proprio poiché è in questi anni che compare il sonoro, il tratto distintivo che caratterizza i film fantastici delle origini dai film moderni, essendo questo un elemento imprescindibile del genere: si pensi alle più famose colonne sonore o ai rumori di tuoni e ululati che contraddistinguono i classici del genere.
In questi anni si sviluppa poi il concetto di serialità con cui le case di produzione tenteranno, variando solo pochi elementi, di ricreare le condizioni di successo delle pellicole originali, determinando così quelli che sono i parametri e le ricorrenze contenutistiche e rappresentative del genere per sfruttarne la grande suggestione nell’immaginario collettivo.
Ma con i radicali cambiamenti nella tecnologia che ci furono negli anni Cinquanta, anche gli horror cambiarono e passarono dalla linea gotica a quella della fantascienza. Ci furono, pertanto, una serie infinita di film horror di seconda categoria in cui i protagonisti erano esseri extraterrestri, che portarono il pubblico, settimana dopo settimana, a spaventi sempre maggiori grazie alle nuove tecniche come il 3D.
Da ricordare in questo filone è senz’altro‚ L’Invasione degli ultracorpi di Don Siegel del 1956.
Gli ultimi anni Cinquanta ed i primi Sessanta videro, invece, la nascita di case cinematografiche dedicate esclusivamente al genere horror come la Hammer Film Production o L’American International Pictures (AIP) che fece una serie di film ispirati ai racconti di Edgar Alan Poe con Vincent Price.
Sono questi gli anni che vedono una più esplicita rappresentazione della violenza rispetto al passato, sia negli horror che in tutti gli altri generi.
Negli anni Sessanta inoltre, il genere si allontanò dalle solite creature mostruose per spostarsi verso un horror psicologico che mette in scena le psicosi umane come in Psyco di Hitchcok e‚ L’occhio che uccide di Powell, entrambi del ’60.

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Morire dal ridere - La parodia nel cinema Horror: Frankenstein Junior di Mel Brooks

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Informazioni tesi

  Autore: Anna Sola
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Trieste
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Dams - Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo
  Relatore: Roberto Nepoti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 88

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