Turismo e aree protette: il parco nazionale del Vesuvio
Biodiversità e conservazione della natura
Il complesso vulcanico Somma-Vesuvio è costituito da due montagne con caratteristiche ambientali differenti (vedi precedente Par. 1. 2. 1). In un territorio alquanto ristretto come questo, è presente un mosaico di ambienti costituito da diversi habitat di modesta estensione ma strettamente associati: foreste, suoli lavici colonizzati da piante pioniere, aree agricole coltivate prevalentemente a frutteti e vigneti, piccole vasche di raccolta di acqua piovana, centri urbani, giardini e parchi pubblici.
La molteplicità di habitat mescolati alla macchia mediterranea e ai boschi misti, favorisce un elevato grado di biodiversità che, con le profonde trasformazioni forestali determinate dai rimboschimenti a pinete e ginestreti effettuati nella seconda metà dell'Ottocento, è stata messa in forte pericolo. Il numero di specie di mammiferi dell'area vesuviana rinvenuto dai dati bibliografici e dai reperti museologici, era maggiore in passato rispetto ad oggi; nella seconda metà del Novecento almeno dieci specie di mammiferi si sono probabilmente estinte sul Vesuvio e nelle aree limitrofe.
Le cause di tale scomparsa sono legate soprattutto al mutato uso del suolo, ai terrazzamenti a fini agricoli, alle cave, alle discariche, agli abusi edilizi, all'incremento della variabilità automobilistica, all'abbandono delle colture agricole tradizionali.
L'agricoltura di sussistenza infatti, si è trasformata in frutticoltura specializzata: nei moderni frutteti si fa uso di pesticidi e diserbanti che contribuiscono alla rarefazione sia degli invertebrati che dei mammiferi. Non solo i mammiferi, ma anche gli anfibi e i rettili rivestono un'importanza fondamentale per il Vesuvio, in quanto considerati indicatori dello stato di degrado del territorio.
Il numero di specie di anfibi nell'area vesuviana, così come per i mammiferi, era maggiore nel passato; le cause di tale scomparsa solo legate innanzitutto all'urbanizzazione dell'area pedemontana, all'inaridimento del territorio e alla distruzione dei principali siti riproduttivi; inoltre, il complesso Somma-Vesuvio è povero di risorse idriche superficiali per cui poche specie di anfibi sono presenti rispetto alle circostanti aree appenniniche.
Il monitoraggio di questi vertebrati consente di valutare la qualità dell'ambiente naturale del Parco e di testare l'efficacia delle politiche di recupero e valorizzazione territoriale; tale monitoraggio rientra in un ampio progetto di studio della biodiversità del Vesuvio promosso dall'Ente Parco tramite il progetto InterregIIIC di cui parlerò in seguito.
La biodiversità, intesa come ricchezza in specie, è un valore che va tramandato sia in termini di godimento delle bellezze della natura, sia in termini di parametro essenziale, al pari dell'acqua, dell'ossigeno, etc, per il mantenimento della vita sulla terra.
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Turismo e aree protette: il parco nazionale del Vesuvio
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Informazioni tesi
Autore: | Diana Ugge |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi di Milano |
Facoltà: | Scienze umane dell'ambiente |
Corso: | Scienze geografiche |
Relatore: | Guglielmo Scaramellini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 56 |
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