Studio della biodisponibilità di antociani in seguito all'assunzione di mirtillo ed effetto su marker di stress ossidativo

Nonostante le grandi quantità di polifenoli e soprattutto di antocianine introdotte attraverso il consumo di frutta e verdura, poco si conosce circa il loro metabolismo e l’effetto biologico in vivo nell’uomo. In vitro, tali molecole hanno dimostrato di essere coinvolte nella modulazione di numerose attività quali: antibatteriche e antivirali, anti-angiogeniche, di induzione dei processi apoptotici, e molte altre ancora (Mazza et al., 2002; Youdim et al., 2002, Wang e Mazza 2002).
Affinché gli antociani svolgano un effetto benefico su uno specifico organo bersaglio o sull’intero organismo, devono essere biodisponibili.
La biodisponibilità di un nutriente è definita come la quantità di un nutriente realmente assorbita che risulta disponibile a livello di organi o tessuti dove dovrebbe svolgere la sua azione. La biodisponibilità definisce sia la velocità che il grado di assorbimento di un nutriente. La biodisponibilità è condizionata da molti fattori tra cui la quantità di micronutriente assunta con la dieta, l’assorbimento intestinale e la diffusione del principio attivo nell’organismo (Walle et al., 2004). Un nutriente scarsamente biodisponibile non è assorbito in modo significativo, non arriva agli organi bersaglio e questo può influire sulla sua efficacia. Per questa ragione la determinazione della biodisponibilità risulta essere di primario interesse al fine di valutare la funzione e gli effetti derivanti dall’assunzione di una sostanza nutritiva.
I flavonoidi sono assorbiti dal tratto intestinale di uomini e animali e sono escreti sia tal quali che come metaboliti attraverso le urine e le feci (Mazza et al.,2002).
La maggior parte degli studi ha valutato l’assorbimento dei flavonoidi dopo la somministrazione orale di dosi molto elevate difficilmente raggiungibili attraverso la dieta. Inoltre, gran parte degli esperimenti condotti utilizzano i flavonoidi in forma di aglicone piuttosto che flavonoidi glicosilati, che predominano nelle piante.
Uno dei primi studi a fornire prove della biodisponibilità di antociani in vivo risale al 1997 (Paganga e Rice-Evans 1997). Dallo studio è emerso che le forme glicosilate delle antocianine, sono più facilmente assorbite rispetto ai loro agliconi. Un particolare sottogruppo di flavonoidi molto diffuso nel mondo vegetale e dalle molteplici proprietà bioattive, è rappresentato dalle antocianine, di cui il mirtillo è particolarmente ricco.