Il cinema nell'isola dei nuraghi
Banditi al cinema
Tra la seconda metà degli anni ’50 e la prima metà degli anni ’60, si tentò di sfruttare la questione della criminalità, o meglio del
banditismo sardo, come spunto cinematografico. Questo tentativo fallì praticamente subito: il cinema italiano, e di conseguenza il suo pubblico, non era ancora pronto ad affrontare una tematica così complessa. I lavori del periodo che trattano del banditismo (e di ciò che esso implica) hanno con l’argomento un approccio più morbido, decisamente ispirato ai romanzi deleddiani.
Delle pellicole girate nei primi anni ’60 non si può non parlare del film di Vittorio De Seta Banditi a Orgosolo del 1961.
Come lo stesso regista racconta in un’ intervista apparsa sulla Nuova Sardegna nel Maggio del ’99, il film nasce sull’ onda delle inchieste di Franco Cagnetta, proprio sul paese di Orgosolo, e sulla lettura degli studi di Pigliaru sul codice barbaricino.
Inoltre parla anche delle difficoltà tecniche per le riprese: egli infatti dovette rinunciare alla troupe che creava imbarazzi negli abitanti del paese e quindi poca spontaneità negli stessi. Per De Seta infatti la cosa fondamentale era che gli attori fossero il più naturali possibile, e che si comportassero come se lui e l’operatore non fossero lì con loro.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Il cinema nell'isola dei nuraghi
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Informazioni tesi
Autore: | Laura Marongiu |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi della Tuscia |
Facoltà: | Lettere |
Corso: | Lettere |
Relatore: | Paola Dalla Torre |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 93 |
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