L'azione delle Nazioni Unite in Libano: il caso dell' Unifil

Nello svolgere i suoi compiti, l’UNIFIL continua a subire attacchi da parte sia dell’IDF e della SLA che dalle milizie palestinesi. Il Segretario Generale richiede incessantemente alle parti di rispettare l’incolumità del personale delle Nazioni Unite. L’UNIFIL si oppone ai tentativi da parte di elementi armati di usare l’area per atti ostili, ciò provoca spesso dei momenti di tensione ai check-point che si risolvono, nella maggior parte dei casi, con mezzi pacifici ma in altri casi avvengono scontri che provocano morti fra i caschi blu. Ma l’UNIFIL non subisce attacchi solo da parte dei gruppi armati palestinesi ma anche da parte dell’IDF e del SLA. Nel gennaio dell’1987 un caporale iralandese a Brashit rimane vittima dell’attacco israeliano al villaggio, nell’ottobre del 1987 uomini armati della SLA ad un check-point uccidono un soldato nepalese che impediva loro di passare, il 19 febbraio 1990 altri due soldati nepalesi vengono uccisi, nel novembre del 1991 muore un soldato irlandese a Tiro infine durante i bombardamenti del luglio 1993 il quartiere generale nepalese è stato gravemente danneggiato. Inoltre nel settore di competenza del contingente norvegese, che si trova separato rispetto all’area di dispiegamento di UNIFIL e, dopo l’invasione israeliana del 1982, all’interno dell’ICA, la situazione rimane molto tesa poiché l’IDF in collaborazione con il SLA a partire dal 1988 intraprende azioni militari contravvenendo all’accordo che vietava l’ingresso di qualsiasi personale armato. La presenza di queste forze armate ha provocato numerosi incidenti tra cui quello che nel dicembre del 1993 ha provocato la morte di un soldato dell’UNIFIL. Infine il 21 marzo del 1989, tre soldati irlandesi, impegnati nell’attività di sminamento, sono stati uccisi da un’esplosione di una mina.