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Lo sciopero nei servizi pubblici essenziali. Disciplina vigente e prospettive di riforma

Azione sindacale “sleale” in materia di revoca dello sciopero: il cd. “effetto annuncio”

La regolamentazione posta in essere con la normativa sull’esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali è basata sull’intento del legislatore di predisporre regole tra le parti che evitino il ricorso a comportamenti fraudolenti durante lo svolgimento del conflitto.

Una delle innovazioni più importanti apportate dalla novella del 2000 è la disciplina della revoca spontanea dello sciopero, poiché la disposizione1 prevede che nel caso in cui uno sciopero proclamato venga spontaneamente revocato dopo la comunicazione agli utenti, senza che sia stato raggiunto un accordo o ci sia stato un intervento della Commissione di garanzia o dell’autorità pubblica per sospendere l’astensione collettiva, si realizza una forma sleale di conflitto, che rappresenta una violazione della legge.

La norma fornisce così una definizione indiretta del cd. “effetto annuncio”, ovvero di quella conseguenza della condotta fraudolenta di chi, proclamando e revocando all’ultimo lo sciopero, causa comunque forti disagi agli utenti, mentre non subisce alcun costo in termini di perdita della retribuzione.

Analizzando più nel dettaglio gli effetti si può notare come: l’utenza non fa più affidamento per quella giornata sulla piena erogazione del servizio del quale era stato proclamato lo sciopero, di modo che risulta quasi indifferente che lo sciopero non abbia più effettivamente attuazione; per l’azienda, sotto il profilo della perdita del profitto a seguito del mancato utilizzo del servizio da parte dell’utenza, si può affermare che l’effetto annuncio determina lo stesso risultato dello sciopero attuato.

Mentre non vi sarebbero conseguenze pregiudizievoli per coloro che hanno proclamato lo sciopero, dal momento che neanche i lavoratori della stessa azienda subirebbero una detrazione della retribuzione, in quanto hanno comunque effettuato normalmente la prestazione a seguito dell’ avvenuta revoca. Tale situazione ovviamente altera quell’equilibrio sinallagmatico che vige nel rapporto contrattuale tra datore di lavoro e prestatore e che deve essere sempre connotato da un’equa distribuzione dei rischi derivanti dallo stesso rapporto.

Il principio generale che ha mosso il legislatore a predisporre un obbligo di motivazione per la proclamazione dell’astensione dal lavoro è lo stesso che sta alla base della disciplina della revoca dello sciopero, poiché così come debbano essere serie le ragioni che portano alla proclamazione del conflitto, allo stesso modo si richiede la stessa serietà per quelle che conducono, invece, alla revoca.

Così modellato, l’impianto della normativa non esclude l’ipotesi che possa avvenire un ripensamento dei soggetti sindacali, ma prescrive una forma di ravvedimento operoso che si realizza col dare tempestivamente notizia della revoca agli interessati, per far sì che gli utenti sappiano di poter far affidamento sul servizio precedentemente interessato alla proclamazione dello sciopero.

Il fondamento giuridico che prescrive al soggetto un comportamento tale, e quindi il conseguente divieto di usufruire dell’effetto annuncio, si ritrova nel nostro sistema di diritto comune nelle disposizioni di cui agli artt. 1175,1337.1375 c.c. , con riferimento agli obblighi di correttezza e di buona fede2 che rappresentano due principi fondamentali dell’ordinamento.

La disciplina della revoca deve essere collegata alla disposizione3 della stessa normativa che impedisce, ad aziende e amministrazioni preposte ai servizi pubblici essenziali, comportamenti fraudolenti e quindi idonei ad aggravare il conflitto, anche se tali condotte non sono esplicitamente tipizzate e per tal motivo è stato affidato alla Commissione di garanzia il compito di verificarle.

Inoltre l’art. 7-bis riconosce alle associazioni degli utenti la legittimazione ad esperire un’azione collettiva nei confronti delle organizzazioni sindacali responsabili, qualora sia stata revocata un’azione di sciopero in violazione del comma 6 dell’art. 2.

L’azione in questione può essere esperita anche nei confronti di amministrazioni, enti, o imprese preposte ai servizi pubblici, qualora queste non forniscano adeguate informazioni agli utenti ai sensi del suddetto comma 6 e, dunque, non soltanto sulle modalità di svolgimento degli scioperi e dell’erogazione del servizio, ma anche con riferimento alle eventuali revoche di questi. In tal modo la norma, prevedendo una forma di responsabilità del datore di lavoro per omessa o incompleta informazione relativamente alla revoca, introduce una forma di bilateralità per le parti che hanno il dovere di adoperarsi ad evitare conseguenze derivanti dall’effetto annuncio.

La libera revoca di uno sciopero può avvenire, quindi, solo quando ne sia stata data informazione agli utenti nelle forme adeguate e almeno cinque giorni prima dell’inizio previsto per lo sciopero; fuori da questa ipotesi si ritiene che ormai il danno è stato arrecato, e l’effettuazione o meno dall’astensione dal lavoro non ha più importanza, tanto vale quindi realizzare lo sciopero.

Le eccezioni che rendono motivata la revoca tardiva sono tre: la prima si ha nel caso in cui sia avvenuta la composizione della vertenza o la ripresa delle trattative, rendendo vano lo sciopero. La Commissione ha precisato che deve trattarsi non di un semplice incontro tra le parti, ma di una vera evoluzione della vertenza in presenza di “oggettivi elementi di novità della posizione di parte datoriale”. La seconda ipotesi si ha nel caso di esplicita richiesta di revoca da parte della Commissione di garanzia, ad esempio, ai sensi dell’art. 13, lettera d), perché abbia riscontrato ipotesi di illegittimità nella proclamazione dello sciopero.

La terza ipotesi, infine, si ha nel caso in cui l’autorità competente emani l’ordinanza di cui all’art. 8, cioè l’invito a desistere dal porre in essere l’astensione dal lavoro, quando sussista il fondato pericolo di un pregiudizio grave ed imminente ai diritti della persona costituzionalmente garantiti.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Lo sciopero nei servizi pubblici essenziali. Disciplina vigente e prospettive di riforma

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Informazioni tesi

  Autore: Laura Piera Cinzia Sicari
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Catania
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Giancarlo Ricci
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 232

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