Criminalità organizzata di stampo mafioso e cartelli messicani a confronto: Narcocultura y Narcolengua

I cartelli messicani e la ‘Ndrangheta, seppur situate in due differenti continenti, sono complementari: una non potrebbe sopravvivere senza l’altra. Il Messico si trova in un’area particolarmente redditizia in termini di produzione agricola. Il suo terreno è estremamente fertile per la coltivazione dei vegetali che rappresentano la materia prima dalla quale produrre diverse sostanze stupefacenti. Dalla Canapa si ricava la marijuana, dal Papavero da Oppio l’eroina e dalla pianta di Erythroxylum coca, la cocaina.
Le attività criminali italiane, al contrario, non gestiscono la produzione di sostanze stupefacenti. Il loro ruolo, infatti, è quello della distribuzione a livello territoriale, di cui l’importazione costituisce la prima fase.
Come arrivano le sostanze stupefacenti dal Messico all’Italia? La porta di accesso delle droghe in Europa è la Galizia. Gli spagnoli fanno da intermediari tra i narcos e i boss criminali italiani, sia per la facilitazione linguistica sia per la loro collocazione geografica.
In realtà per quanto riguarda i cartelli messicani non c’è ancora nessuna prova a carico dei legami criminali tra Spagna e Messico. Tuttavia la DEA (Drug Enforcement Administration) sarebbe venuta a conoscenza di un possibile accordo tra il cartello di Sinaloa, con a capo ancora El Chapo, e la Spagna con l’intento di aprire una succursale a Madrid. Per ora si tratta, però, ancora di ipotesi investigative, senza nessuna conferma da parte delle autorità competenti.
La ‘Ndrangheta è tenuta particolarmente in considerazione dai narcos essenzialmente per due ragioni. La prima è dovuta alla presenza di ‘ndrine in tutto il mondo, che ne hanno agevolato l’espansione a livello mondiale. La seconda è che nella ‘Ndrangheta è decisamente scarso il fenomeno del pentitismo poiché come abbiamo visto la sua struttura è fortemente basata sui legami familiari.
È proprio questa caratteristica che rende tale associazione criminale di stampo mafioso unica nel panorama italiano e che, soprattutto negli ultimi anni, le ha permesso di distinguersi da Cosa Nostra in cui, al contrario, non è rara la presenza di collaboratori di giustizia.
Il modus operandi della ‘Ndrangheta tende ad evitare la violenza per utilizzare piuttosto una forma di interlocuzione con istituzioni pubbliche, esponenti politici e vari settori della classe dirigente sia a livello locale che regionale.
Come si è già visto nel precedente capitolo, ciò non accade in Messico, dove vari cartelli hanno fatto ricorso a veri e propri bracci armati per l’amministrazione del potere.
A riprova dell’utilizzo della violenza da parte delle associazioni criminali messicane si ricorda il primato attribuito nel 2010 a Ciudad Juárez come città più pericolosa al mondo con 2.738 morti. Questa città, detto per inciso, è anche conosciuta per l’alto numero di femminicidi, 673 dal 2009 al 2012.