Le ipotesi speciali di confisca nel contrasto alla criminalità economica
Attività economica ed imputazione delle sue componenti
Va, al riguardo, ricordato che la giurisprudenza tradizionale, aderendo alla concezione causale del profitto, ha sempre richiesto da un lato, un rapporto di pertinenzialità diretta del profitto con il reato - in forza del quale gli importi da confiscare (anche per equivalente) venivano determinati escludendo le maggiorazioni conseguenti ad attività ulteriori e non essenziali alla commissione del reato medesimo, costituenti una conseguenza eventuale o comunque indiretta dell'attività criminosa (quali ad esempio gli importi risultanti da investimenti successivi delle somme in altre attività lecite o i proventi di attività ulteriori estranee alla struttura essenziale del reato).
Tuttavia, questa impostazione è stata messa in crisi dalla normativa internazionale che ha imposto obblighi di produzione normativa sulla confisca dei proventi illeciti, anche se reinvestiti in altri beni, così da ridurre fortemente quella limitazione garantistica dei beni confiscabili ottenuta dalla giurisprudenza italiana attraverso il requisito della pertinenzialità diretta ed immediata del profitto con il reato.
La rilevanza interpretativa di tali fonti internazionali ha portato quindi a un vero e proprio “revirement” giurisprudenziale, con una pronuncia della Suprema Corte a Sezioni Unite, nella quale viene considerato come “profitto del reato” anche il bene (immobile) acquistato con il denaro conseguito dall'imputato attraverso il reato di concussione. In tal senso si è poi circoscritta la nozione di “profitto trasformato” attraverso la richiesta di ben precisi requisiti: collegamento del bene con il reato e con il profitto immediato da questo conseguito; attribuibilità soggettiva del bene all'autore del reato che quella trasformazione abbia voluto; certezza della trasformazione ed esatta corrispondenza di valori.
Nell'ottica della imputazione delle componenti economiche al fatto illecito, risulta di estremo interesse una ulteriore decisione nella quale, in una fattispecie di corruzione – diretta a favorire l'acquisto da parte di una fondazione di diritto pubblico di un immobile di proprietà della persona giuridica ad un valore superiore a quello effettivo – si è ritenuto che il profitto da sequestrare a garanzia della futura confisca fosse stato correttamente determinato nella differenza tra il prezzo pagato all'ente e il valore effettivo dell'immobile venduto.
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Le ipotesi speciali di confisca nel contrasto alla criminalità economica
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Informazioni tesi
Autore: | Giulia Alessandris |
Tipo: | Laurea magistrale a ciclo unico |
Anno: | 2017-18 |
Università: | Libera Univ. Internaz. di Studi Soc. G.Carli-(LUISS) di Roma |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Antonino Gullo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 245 |
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