Le donazioni: Aspetti etici, Legislativi ed Organizzativi
Assistenza infermieristica al donatore
Assistere un donatore di sangue non comporta delle difficoltà insormontabili, tuttavia richiede un’enorme attenzione nell’attuazione scrupolosa dei protocolli, nell’evitare le complicanze legate alla donazione e nell’osservazione clinica del donatore anche dopo l’esecuzione del prelievo.
Appena il donatore arriva all’attenzione dell’infermiere, questi ha il compito di verificarne l’idoneità alla donazione assieme al personale medico. Quindi, l’infermiere deve procedere alla rilevazione e registrazione dei seguenti parametri: pressione sanguigna, temperatura corporea, puntura capillare per misurare Hb e Ht, peso, frequenza cardiaca.
Successivamente l’infermiere compirà il prelievo ematico. Bisogna ponderare bene quale vena adottare per il salasso, è d’obbligo scegliere vene che siano almeno di medio calibro in maniera tale che possano sostenere un’adeguata portata ematica.
Prima di procedere alla puntura l’infermiere deve controllare che la vena scelta sia adeguatamente dilatata, è buona norma una volta dopo aver applicato il laccio emostatico, invitare il donatore ad aprire e chiudere la mano con forza, così facendo la contrazione muscolare causerà un richiamo di sangue alla mano facilitando notevolmente il riempimento venoso. Questo movimento dovrà essere eseguito per tutto il tempo in cui l’ago sarà inserito della vena, per velocizzare e facilitare l’intera procedura .
Nella fase di prelievo, è opportuno ai fini assistenziali:
- Adottare i dispositivi di protezione individuale (in questo caso guanti in lattice) per tutelare la propria salute e quella del donatore;
- Eseguire la venopuntura senza recare danni al donatore e causando a questi meno dolore possibile;
- Accertarsi dell’integrità della sacca; eseguire le eventuali analisi di laboratorio sul campione di sangue prelevato;
- Spiegare correttamente ed in maniera comprensibile al donatore come può collaborare;
- Smaltire aghi, deflussori ed oggetti contaminati negli appositi contenitori.
L’infermiere deve controllare che la vena sostenga adeguatamente il salasso e che il flusso di sangue non diminuisca o si interrompa, inoltre è doveroso accertarsi sempre che l’ago rimanga fissato correttamente e che non vi sia stravaso intradermico che potrebbe causare un ematoma.
È consigliabile intraprendere un dialogo con il donatore durante la procedura di prelievo in maniera tale da poterne monitorare lo stato di vigilanza, infatti può succedere che il salasso o la paura causino degli svenimenti, inoltre, dialogando, il donatore si distrae e trascorre più piacevolmente e anche con meno attesa il tempo della donazione.
È altresì raccomandato di controllare la cute per verificare che non si instauri uno stato di pallore accompagnato da sudorazione fredda che possono essere sintomo di abbassamento glicemico (tenendo presente che il paziente è digiuno) e preambolo di crisi vagale.
Una volta eseguito il prelievo, l’infermiere deve raccomandare al donatore di rimanere sdraiato per alcuni minuti trascorsi i quali si alzerà lentamente dal lettino dopo aver assunto una posizione intermedia semi-seuduta (questo ha lo scopo di evitare capogiri e crisi ipotensive dovute all’abbassamento della portata ematica all’encefalo secondarie al salasso, alla posizione supina ed al rilassamento generale subìto durante il prelievo). Terminato il salasso, il donatore presenterà la necessità di reintegrare i liquidi persi con la donazione, e di assumere una notevole quantità di carboidrati, vitamine e proteine per far fronte al digiuno in cui si trova. È consigliabile che il paziente assuma una quantità di liquidi compresa tra 250 ml e 400 ml sotto forma di latte, caffè, acqua o bevande varie. È importante l’assunzione di molti carboidrati e zuccheri in quanto rappresentano una fonte di energia prontamente utilizzabile dall’organismo.
L’infermiere deve assistere il donatore nell’assunzione di queste sostanze aiutando a scegliere al meglio il tipo di alimento da utilizzare e le quantità più idonee al paziente.
In fine è doveroso che il personale specializzato informi il paziente circa lo stile di vita a cui è tenuto attenersi nei giorni successivi alla donazione, infatti è d’obbligo il riposo e l’astensione da attività sportive.
Qualsiasi modello assistenziale non è completo se non è accompagnato da gentilezza, cortesia e competenza da parte di tutto il personale sanitario.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Le donazioni: Aspetti etici, Legislativi ed Organizzativi
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Informazioni tesi
Autore: | Giuseppe Romeo |
Tipo: | Diploma di Laurea |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi di Messina |
Facoltà: | Medicina e Chirurgia |
Corso: | Infermieristica |
Relatore: | Andrea Alonci |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 104 |
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