La condizionalità nelle organizzazioni internazionali economiche
Assistenza finanziaria dell’Unione: condizionalità europea
La condizionalità europea lega i volumi di aiuti a determinate performances politiche come il rispetto dei diritti della popolazione e l'avvio di un processo di transizione democratica nei paesi normalmente caratterizzati da sistemi di governo autoritari. Tale pratica risale alla fine del conflitto bipolare dopo il 1989, quando i paesi del'OCSE dichiararono il proprio impegno ad introdurre alcune forme di condizionalità politica alla cooperazione allo sviluppo per la promozione dei diritti umani: il rispetto dei quali si considerava essenziale per lo sviluppo, e la cooperazione. Perciò da quel momento in poi, tutti gli accordi di associazione e di cooperazione conclusi dall'Unione, conterranno una clausola-tipo detta "clausola di condizionalità" (anche definita "clausola elemento essenziale" o "clausola democratica") per la quale: "tutte le disposizioni dei relativi accordi si fondano sul rispetto dei principi democratici e dei diritti dell’uomo che ispirano le politiche interne ed internazionali della Comunità e dei suoi partners".
L'utilizzo della clausola di condizionalità democratica si è rivelato molto efficace, sorretto dall'incentivo di garantire l'adesione all'Unione ai soli paesi che riuscivano a soddisfare criteri ritenuti fondamentali non solo perché parte del'accusi communautaire, ma anche perché riconosciuti a livello universale. La possibilità di intervenire per violazioni gravi e persistenti dei diritti dell'uomo con misure sanzionatorie (come l'avvio di inchieste internazionali, la modifica del contenuto dei programmi di cooperazione, la sospensione dei contatti bilaterali) è stata progressivamente ridotta, perché l'UE ha preferito preparare ex ante un Paese a raggiungere determinati standard per poi imporre la condizionalità ex post, quando il Paese fosse già più in grado i soddisfare i requisiti richiesti. Nel processo evolutivo che ha caratterizzato la determinazione della clausola di "condizionalità" possono essere tracciate alcune tappe fondamentali:
1. Convenzioni di Lomè: la prima di tali convenzioni risale al 1975, ed è erede delle Convenzioni di Yaoundè (nata quando ancora i paesi associati erano possedimenti coloniali degli Stati europei). Esse hanno costituito momenti di confronto utili a porre la questione dei diritti dell'uomo in modo più evidente e urgente;
2. Politica mediterranea della Comunità: anch'essa significativa assieme al sistema di relazioni instaurato con i paesi dell'Europa Centro-Orientale.
I filoni di stanziamenti sono stati molteplici :
a) il FES (Fondo Europeo di Sviluppo): capitolo di bilancio inerente "gli aiuti umanitari";
b) il B7-70 (nuovo capitolo di bilancio intitolato "Iniziativa europea per la democrazia e la protezione dei diritti dell’uomo"): creato nel 1994 con una proposta del Parlamento europeo. Esso fornisce un apposito strumento con cui gli aiuti finanziari vengono erogati su base apartitica, a favore soprattutto di organismi non governativi e senza scopi di lucro per rafforzare i principi democratici e le iniziative destinate alla società civile.
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La condizionalità nelle organizzazioni internazionali economiche
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Informazioni tesi
Autore: | Antonio Amato |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli studi di Napoli "Parthenope" |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Scienze dell'Amministrazione |
Relatore: | Sara Pugliese |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 177 |
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