Aspetti terapeutici e sociali della possessione Tromba del Madagascar

Dopo aver analizzato le funzioni all’interno delle manifestazioni di possessione e le sue varie forme, ci si soffermerà ora su di una in particolare, quella terapeutica. La concezione di malattia può aiutare a comprendere come nelle culture cosiddette primitive la distinzione tra naturale e soprannaturale non sia sempre così ben definita e cosa veramente si intenda per terapia all’interno di tali culture. Murdock [1980, in Frighi 1984] nel classificare l’eziologia delle patologie nelle diverse culture parte da una fondamentale distinzione distinguendo tra cause di ordine naturale e cause soprannaturali. La distinzione tra le due è data dal rapporto di causa ed effetto, presente nella prima ma assente nella seconda, dove invece gioca forza una concezione di malattia intesa in termini mistici, animistici e magici. Nella visione mistica, secondo l’autore molto frequente sul territorio africano, si attribuirebbe la malattia al fato, al contagio o alla violazione di alcuni tabù. I tabù che possono essere trasgrediti sono di tipo alimentare, sensoriali, sessuali, di comportamento, rituali, della proprietà o verbali. Le causalità animistiche invece sono riferite agli agenti soprannaturali come anima, spirito o divinità. La magia invece entra in causa se si riconosce il danno come dovuto all’azione subdola di un'altra persona per invidia o gelosia. Le critiche che più hanno ricevuto le considerazioni di Murdock riguardano la distinzione tra magia e stregoneria (appresa la prima e innata la seconda), e la netta distinzione che l’autore fa tra cause naturali e soprannaturali.
Sembrerebbe più probabile una presenza simultanea delle due nella mentalità dei membri delle società prese in esame, essi possono conoscere benissimo le vere cause di molte malattie, ma continueranno comunque a ricorrere a spiegazioni soprannaturali per spiegare il sopraggiungere di queste e le relative affezioni presenti in alcune persone piuttosto che in altre. Questo si ricollega dunque a quanto detto all’inizio, il dentro e il fuori spesso non hanno una distinzione netta e le due sembrano essere legate da una comune reciprocità. La causalità animista in Africa non sembra trovare molto riscontro poiché lo spirito degli antenati è visto più come il guardiano della moralità, dell’ordine sociale e dispensatore di rimedi contro le malattie e di consigli pratici.
La funzione terapeutica del tromba venne analizzata dal dottor Antonio Scarpa a metà del secolo scorso. L’interesse di Scarpa era la medicina tradizionale, l’eziopatogenesi delle diverse affezioni e i vari rituali terapeutici, o le credenze, che ogni cultura aveva creato intorno al disturbo. Le sue ricerche lo condussero in Madagascar per due volte, la prima nel 1962 e la seconda nel 1978. In Madagascar si soffermò soprattutto sul fenomeno delle isterocoreomanie, in uno dei suoi resoconti di viaggio [Scarpa 1963], si trova una dettagliata analisi storiografica inerente tale crisi che fu tipica non solo nel Madagascar ma anche in Europa fin dai tempi dell’antica Grecia, passando per il Medioevo. [...]