Cronobiologia ed evoluzione umana: uno studio ecologico dei ritmi circadiani, circatrigintani e circannuali e delle loro influenze sul comportamento umano.

Da quanto esposto finora emerge che vi sono evidenze a favore del fatto che nella scala evolutiva l'uomo sia l'essere vivente che più di tutti gli altri è stato capace di sottrarsi ai molti vincoli imposti dai ritmi ambientali, grazie alla sua capacità di modificare l'ambiente in cui vive, al fine di renderlo più idoneo alla gestione delle proprie esigenze. Quest'operazione agli animali risulta molto difficile, essi infatti più che modificare l'ambiente, tendono ad adattarvisi. Per questo i ritmi endogeni degli animali ricalcano molto più fedelmente l'andamento dei cicli ambientali del loro habitat naturale. Ciò comunque non significa che gli oscillatori endogeni degli animali non possiedano un certo grado di flessibilità come quello osservabile nella specie umana, bensì che i loro pacemakers subiscono meno distorsioni imputabili ad alterazioni artificilai dell'ambiente.
Il maschio del grillo (Telogrillus) possiede un periodo giornaliero di canto per attrarre le femmine che in ogni individuo comincia più o meno nello stesso momento della serata e dura più o meno lo stesso numero di ore. Se una popolazione di grilli maschi viene portata in laboratorio e sottoposta a luce continua o buio continuo si può osservare che in entrambi i casi i maschi continuano a cantare ogni giorno per un certo periodo. In condizione di luce costante, il canto comincia circa 25,5 ore dall'inizio del canto del giorno precedente, assumendo un ritmo free-running. Senza le informazioni fornite dall'avvicendarsi dell'alba e del tramonto, un grillo maschio continua a cantare con un ciclo ripetitivo che lentamente si allontana dal periodo esterno notturno, non essendo il suo orologio biologico della durata esatta di 24 ore, ma discostandovisi leggermente. Questa divergenza fra un ritmo circadiano spontaneo e le 24 ore è una caratteristica generale del comportamento animale. Se i grilli vengono sottoposti ad un regime di 12 ore di luce e 12 ore di buio, il passaggio netto dalla luce al buio diventa uno stimolo che controlla il meccanismo circadiano di canto. Dopo pochi giorni, i grilli cominciano tutti a cantare più o meno 2 ore prima che la luce si spenga, anticipando così con assoluta precisione il tramonto, e continuano a cantare fino a 2,5 ore prima
che la luce si riaccenda al “mattino” (Loher, 1972). Questo ciclo di canto coincide con quello naturale ed è sincronizzato col crepuscolo; inoltre, esso non va gradualmente fuori fase rispetto al giorno di 24 ore, ma continua ogni giorno a riaggiustarsi in modo da mantenersi in sintonia col tramonto del Sole.
Quindi i meccanismi che regolano il comportamento di canto dei grilli maschi consistono in un temporizzatore o orologio biologico e di un dispositivo atto a sincronizzare l'orologio sull'ora locale.