I piani di stock option come strumento di incentivazione per i dipendenti

Le stock options sono soggette anche ad eventuali risvolti negativi di cui è necessario tener conto nella progettazione dei piani relativi piani.
Si tratta di una forma di incentivazione particolarmente complessa, che può talvolta essere poco comprensibile agli occhi dei destinatari soprattutto quando questi ultimi sono dipendenti con una cultura economico-finanziaria minore rispetto al management.
Il prezzo delle azioni è influenzato da variabili esogene ed endogene che sfuggono al controllo del beneficiario dell’opzione e che rischiano di attenuare il legame tra la remunerazione percepita e la performance individuale, con un impatto negativo sulla motivazione dell’individuo.
La definizione dei parametri del piano è molto importante per evitare che i vertici aziendali sfruttino l’asimmetria informativa che caratterizza il loro rapporto con gli azionisti a proprio vantaggio, al fine di porre in essere comportamenti speculativi ed opportunistici.
Se è vero che con le stock options si vuole allineare il comportamento dei managers a quello degli azionisti è anche vero che in caso di crollo del prezzo del titolo esse comportano per il beneficiario un mancato guadagno, mentre per l’azionista una vera e propria perdita.
Gli interessi dei “vecchi azionisti”, che non beneficiano di tale forma di incentivazione, possono essere intaccati dalla diluizione del valore dei titoli posseduti, derivante dall’esercizio delle opzioni a valori inferiori a quelli di mercato, nonché dalla riduzione del corso azionario a seguito di consistenti flussi di vendita sul titolo, in un arco temporale breve, da parte dei destinatari dei piani di stock option. La diluizione può essere accettata dagli azionisti qualora ritengano di poterla compensare con i guadagni attesi dal piano.
Un piano di stock option prevede anche il rischio che il valore del titolo si mantenga su una soglia troppo bassa per rendere auspicabile l’esercizio dell’opzione e dunque tale da lasciar decadere il diritto senza esercitarlo.
Uno degli strumenti usati per far fronte a questa situazione è il repricing, che consiste nella riformulazione del piano di incentivazione adeguando lo strike price alle mutate condizioni di mercato. Tuttavia tale intervento non è percepito in maniera positiva dal mercato, in quanto contrasta con la previsione di ripresa del titolo ed inoltre è limitato solo ad alcuni dipendenti.
Occorre notare che si possono prospettare anche soluzioni alternative con un diverso impatto sul conto economico.
Un problema connaturato allo strumento in esame è legato alla sua approvazione. I consigli prendono le loro decisioni alla luce delle indicazioni provenienti dai comitati di remunerazione presieduti generalmente dagli stessi amministratori, i quali hanno l’obbligo di astenersi dalla votazione, ma possono avanzare proposte sulla propria remunerazione.