La violenza assistita intrafamiliare

Particolarmente vasta è la letteratura che si è preposta di indagare gli effetti della violenza assistita nella delicata sfera emotiva e comportamentale dei bambini e molteplici gli sforzi dei ricercatori che hanno individuato in alcune problematiche chiave le conseguenze di questo particolare fenomeno.
Gli autori (Litrownik et al, 2003; Kilpatrick e Williams, 1998; Richmond e Stocker, 2003; Osofsky, 1999), attraverso numerosi studi e ricerche, hanno individuato un’ampia gamma di sintomi, efficacemente riassunti da Luberti, Pedrocco Biancardi (2005) nella loro opera centrata sull’analisi del fenomeno della violenza assistita “La violenza assistita intrafamiliare”: paura ed ansia, senso di colpa e d’impotenza, depressione, rabbia ed aggressività, bassa autostima, modelli patologici, sfiducia, comportamenti adultizzati e compiacenti, mancanza di empatia, mutismo e chiusura, sensibilizzazione e disturbi post-traumatici.
Allora, come vivono i figli la violenza tra i genitori e spesso la prevaricazione costante dell’uno sull’altra? Nelle situazioni più clamorose i figli, quanto più sono piccoli, si schierano con colei che è picchiata, solidarizzando con lei, condividendone la paura. La madre battuta può cercare attivamente la comprensione dei figli, volerli alleati oppurepuò tentare di mantenerli parzialmente fuori dal conflitto violento di cui è vittima intendendo preservare il loro legame col padre. I sentimenti dei figli spaziano in una gamma negativa piuttosto ampia: la paura, il terrore, il sentirsi in balia e senza difesa, il parteggiare per la vittima caratterizzano i più piccoli, producendo scelte di campo e difese quali atteggiamenti ipervigilanti.