In Zloty we trust, don't we?

Il 2014 per la Polonia è un anno che fa memoria di molte tappe che l'hanno rafforzata globalmente: sono trascorsi 10 anni dall'entrata nell'Unione Europea, 15 anni nella NATO e 25 anni dalla caduta del comunismo.

Oggi (Economist) l'89% della popolazione polacca afferma di volere fermamente la Polonia nell'UE, una percentuale superiore al 2003, quando era stato votato sì al referendum di annessione.
Uscita dalla Cortina di Ferro, la Polonia era pressoché in bancarotta, aveva un settore agricolo inefficiente, terribili strade e, in generale, minime reti di comunicazione. Era senza dubbio non in una migliore situazione della vicina Ucraina.

Il rigorismo economico dei primi anni '90, orientato a riforme di mercato (non più controllo sui prezzi, blocco aumento salariale, taglio di sussidi e politiche di bilancio), è stato una dura terapia che in pochi anni ha visto la Polonia incominciare a crescere. Non si è più fermata: è cresciuta e sta crescendo ancora. Ha ricevuto una nuova energia entrando nell'UE e convergendo su una crescita media del PIL del 4% annuo. Con questi trend, il PIL pro-capite è ora al 67% della media UE, rispetto al 33% del 1989, tre volte di più dell'Ucraina.

La grande decisione ora sta nell'adozione della moneta unica europea; entrare o no nell'Eurozona? I due terzi dei Polacchi, a oggi, non vogliono entrare.
La Germania, primo partner commerciale polacco, li vorrebbe entro la zona euro, ma il partito attuale al potere, PO (Platforma Obywatelska, Piattaforma Civica), guidato dal Primo Ministro Donald Tusk, sebbene tendenzialmente favorevole nel lungo termine, sembra prendere tempo.

L'anno prossimo inoltre ci saranno le elezioni politiche e il PiS (Prawo Sprawiedliwość, Diritto e Giustizia) partito sempre di centro-destra, ma alquanto conservatore sembra poter avere la meglio visto lo scandalo intercettazioni che sta coinvolgendo il partito al potere, visto l'endorsment della Chiesa Cattolica polacca e il legame che la popolazione ha con la famiglia Kaczyński a fronte dell'incidente di Smolensk del 2010 (tuttora parte dell'elettorato, della Chiesa e del partito sostiene che ci sia stata la mano russa nel disastro aereo nonostante la mancanza di prove certe). Qualora il PiS dovesse andare al potere, la sua posizione sarebbe europeista, ma euroscettica. Risulta tutto da vedere nel futuro.