Gerhard Richter - L'astrazione nella figurazione
Anselm Kiefer e l’interesse per la storia
La storia è da sempre l’interesse principale di Anselm Kiefer, autore versatile artista attento al passato e alle sue ombre, narra la storia, quella scomoda, che diventa principio di studio e motivo di rappresentazione. Kiefer è nato a Donauschingen (Germania) nel 1945, subito dopo la guerra. Dal 1966 si dedicò alla pittura, prima frequentando i corsi di P. Dreyer alla Staatliche Hochschule der Bildenden Künste, poi nel 1969 studiando alla Kunstakademie di Karlsruhe con H. Antes, e dal 1970 al 1972 a Düsseldorf come allievo di J. Beuys. Con quest’ultimo artista ha condiviso, oltre al concetto d’arte come strumento di catarsi, la scelta dei materiali poveri e delle cose umili.
Le oper di Kiefer si rivolgono esplicitamente all’eredità del nazi-fascismo tedesco, affrontando eventi storici reali. La rappresentazione degli eventi del passato nazista emerse nei primi lavori nella serie dell’opera “Besetzungen”, un libro formato da una serie di fotografie in bianco e nero in cui Kiefer ‘occupa’ metaforicamente alcune città europee. Le foto infatti mostrano l’autore travestito da nazista, nella posa del saluto hitleriano, mentre sullo sfondo compaiono paesaggi o monumenti storici di località occupate dall’esercito tedesco durante la seconda Guerra Mondiale. In questo caso l’operare di Kiefer si situa in un dialogo evidente con le pratiche del fotoconcettualismo e della performance degli anni Sessanta, ma riorientandole all’interno del contesto contaminato dalla specifica storicità tedesca.
L’uso della fotografia in questo caso è decisivo e viene trattata da Kiefer come residuo, un mezzo di rappresentazione screditato quanto la pittura. Alla fotografia viene chiesto di partecipare all’esperienza sublime alla quale la pittura ha avuto accesso all’inizio del XIX secolo e al quale il Neoespressionismo “suppose” si potesse ancora una volta legare. Il progetto suscitò shock e interesse estetico quando fu visto per la prima volta, perchè tentò di riposizionare le pratiche artistiche europee all’interno del processo di contestualizzazione nella storia tedesca.
L’opera criticava i punti deboli del rinnovamento costante delle pratiche culturali della Germania Occidentale nel loro approccio alla storia. Oltre alla sua prima opera delle “Besetzungen”, Kiefer è conosciuto per la pittura in cui non compaiono quasi mai figure umane, ma luoghi, paesaggi, ambienti dove la tragedia della storia si è consumata.
Nella seconda metà degli anni Ottanta, Kiefer dedica tutta una serie di opere alla storia ebraica, in particolare alle donne ebree, quelle che hanno perso la vita nei campi di sterminio. “Margarete“ del 1981, è una tela che riporta alla mente lo sterminio degli ebrei e l’infamia di quell’atto; Margarete è un nome comune fra gli ebrei e può essere quello di ognuno dei deportati e soprattutto delle donne che hanno subito maggiormente questa violenza.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Gerhard Richter - L'astrazione nella figurazione
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Informazioni tesi
Autore: | Marika Sartori |
Tipo: | Diploma di Laurea |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Accademia di Belle Arti |
Facoltà: | Design e Arti |
Corso: | DAMS - Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo |
Relatore: | Franca Corradini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 151 |
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