Aziende di servizio al turismo d'élite in Alghero
Anni '80 la fine del turismo d’élite?
Innanzitutto analizziamo la dinamica delle presenze, arrivi e ricettività nei primi anni ’80 rispetto al decennio e ventennio prima.
Nel 1980 i dati indicano 80313 arrivi nel territorio di Alghero, 324665 presenze con 4068 posti letto totali e un rapporto stanze non occupate/popolazione pari allo 0,33 una percentuale tra le più basse in assoluto rispetto agli altri centri rivieraschi della Sardegna. Rispetto ai 31848 arrivi del 1965 e ai 50251 del 1970 gli arrivi nel 1980 sono aumentati rispettivamente quasi triplicati e raddoppiati. Quello che ci interessa però, non è tanto registrare gli incrementi in termini di quantità ma capire se c’è stato un mutamento in termini di qualità della domanda e del servizio offerto che in qualche modo avrebbe ribaltato quella concezione èlitaria maturata nei primi vent’anni di boom del fenomeno turistico.
La fine degli anni ’70 è stata caratterizzata da un decremento delle presenze straniere rispetto al tasso di crescita degli anni del “boom”. Questo rallentamento dello sviluppo rappresenta un fenomeno fisiologico di tutte le aree turistiche. “Secondo un modello teorico scientifico, quest’ultime, hanno un ciclo di vita non dissimile da quello di un prodotto industriale o altro bene di consumo. Sono cioè caratterizzate nel loro divenire da una serie di fasi diverse: nascita, decollo, sviluppo iniziale lento, massima intensità di sviluppo, maturità, declino.”
Normalmente questo ciclo vitale ha una durata di circa venti-trent’anni, perciò calza perfettamente allo sviluppo algherese che ha visto il decollo negli anni ’50, la massima intensità negli anni sessanta e, infine, una fase di declino almeno dal punto di vista qualitativo, dagli anni settanta. A tutto ciò contribuisce da un lato l’innovazione in generale e dall’altro l’invecchiamento di una tipologia turistica e di un’immagine.
In generale, si è riscontrato negli anni ottanta un forte calo della qualità dei servizi turistici, e di questo problema, non bisogna ricercare le cause esclusivamente in termini di offerta interna e influenze derivanti dall’amministrazione pubblica locale, bensì in fenomeni riguardanti in generale il settore turistico nazionale.
Agli inizi degli anni ’80 si è vissuta un’influenza di quelle profonde modifiche segnate, soprattutto negli anni ’70, da avvenimenti sociali quali lo statuto dei lavoratori, frutto dei compromessi tra le forze sociali in campo che realizzarono e rafforzarono molti diritti tra cui quello alle ferie. Aumento del reddito, acquisizione delle ferie, la diffusione di nuovi mezzi di trasporto, un più alto bisogno di conoscenza e cultura sono le ragioni di fondo di un cambiamento che, anche in termini turistici, segnarono un nuovo flusso di domanda, una domanda che tutti conosciamo con l’accezione “turismo di massa”.
Inizia a diffondersi dagli anni ’80 una domanda stagionale discontinua, elastica rispetto al reddito, in altre parole si conforma alle varie fasi cicliche di depressione e benessere economico. Le vacanze sono organizzate sempre meno dall’individuo singolo e prevedono l’ausilio delle agenzie di viaggio, le quali offrono pacchetti “all inclusive” a prezzi fissi con standard qualitativi fissati in base alla disponibilità economica del cliente.
Alghero subisce appieno queste trasformazioni sociali ed economiche ma, rispetto a molte altre località turistiche isolane, riesce a mantenere degli standard positivi in termini di offerta e per quanto riguarda le presenze. Nel periodo 1980-1984 nell’isola si ha un incremento medio del tasso di crescita delle presenze del 2,7% mentre ad Alghero il tasso sfiora il 3,5%. La distribuzione delle presenze nell’arco annuale è molto più equilibrata ad Alghero che in qualsiasi altro centro turistico sardo. Inoltre, da altri dati, emergono i dati del 1984 i quali mostrano come nella città insisteva circa il 10% della struttura ricettiva alberghiera sarda, si concentrava oltre l’11% degli arrivi e delle presenze globali in Sardegna e oltre il 21% delle presenze straniere.
Questi dati evidenziano come Alghero abbia mantenuto buoni livelli di presenze, ma ben poco esprimono in termini di qualità domandata e offerta. L’avvento del turismo di massa ha significato nuove domande con standard del tutto differenti rispetto agli “anni d’oro del turismo” e a queste domande è stata corrisposta un’offerta che in qualche modo ha profondamente cambiato il volto della città soprattutto in termini di nuovi investimenti.
“Alghero negli anni ’80 si è trovata dinanzi a sé due possibili percorsi: una continuazione spontanea delle tendenze in atto (sia pure consolidando il livello raggiunto fino allora) e la programmazione di un ulteriore ciclo di sviluppo nettamente innovativo.”
Sicuramente la seconda soluzione appare e appariva da preferire alla luce di due elementi: da un lato la sottoutilizzazione delle risorse naturali presenti e dall’altro la disponibilità di forza lavoro da destinare ad attività del terziario soprattutto nelle fasce che, allora come oggi, rappresentano quelle maggiormente colpite dalla disoccupazione, quella giovanile.
La prospettiva peggiore che qualsiasi centro turistico possa auspicare è quella legata all’affermarsi di un modello spontaneo di crescita. In questo periodo di profondo cambiamento il turismo algherese necessitava più che mai di affrontare la situazione in termini attivi, guardando al fenomeno con ponderato ottimismo ma soprattutto con un idoneo progetto di sviluppo, per incanalare le potenzialità del comparto nel modo più rispondente agli interessi dei più.
L’amministrazione algherese e le forze imprenditoriali dovevano da un lato, concentrare gli interventi mediante l’attuazione di un dimensionamento delle strutture proporzionale alla fruizione corretta delle risorse, dall’altro lato, far emergere e consolidare un’immagine della città non livellata ai canoni comuni ma piuttosto finalizzata ad accrescerne le capacità di attrazione, realizzando una diversificazione e una qualificazione delle attrezzature di servizio che vanno dalle tipologie ricettive agli impianti complementari.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Aziende di servizio al turismo d'élite in Alghero
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Informazioni tesi
Autore: | Gian Mario Biddau |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Sassari |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze dell'amministrazione |
Relatore: | Luigi Bua |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 78 |
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