L'andamento dei corsi di borsa delle società italiane nel settore dei beni di lusso nell'attuale crisi finanziaria

Moda e lusso resistono in Borsa, è quanto emerge da un’analisi di un campione d’imprese, condotta da “Pambianco Strategie di Impresa” e riportata anche da “Il Sole 24 Ore”, prendendo in esame i bilanci dei primi nove mesi del 2008. Ne è emerso un risultato positivo per i mercati della moda e del lusso che fino al 2008 hanno dimostrato di saper resistere all’ondata di crisi che ha colpito il sistema economico.
Lo studio ha preso in esame dodici aziende italiane, da “Luxottica” a “Benetton”, da “Safilo” a “Geox”, da “Bulgari” a “Burani” fino a “Tod's It Holding”, “Aeffe”, “Stefanel”, “Marcolin” e “Csp” e nove straniere: “Lvmh”, “Vf Corporation, Puma”, “Abercrombie&Fitch”, “Hugo Boss”, “Hermès”, “Fossil”, “Timberland”, “Escada”.
Dieci miliardi di euro è il valore complessivo del fatturato registrato dalle imprese italiane nei primi nove mesi del 2008, con una percentuale di crescita del 4% rispetto allo stesso periodo del 2007. A registrare la crescita maggiore sono state Geox con un +15%, Tod's (+10 per cento) e Burani (+7,9 per cento).
In Italia sono presenti più di 112.000 imprese attive nel comparto moda, con un fatturato stimato di oltre 60 miliardi di Euro. Ma nel 2009 la crisi non ha risparmiato neppure il mercato della moda italiano che ha subito contrazioni sia di fatturato che di produzione. Prima della crisi il Tessile- Moda italiano occupava la seconda posizione nel ranking degli esportatori mondiali di Tessile- Moda dopo la Cina. Dai risultati presentati dalla “Camera Nazionale della Moda Italiana”, emerge che, rispetto all’anno precedente, nel 2008 il fatturato è calato del 4,1% e la produzione dell'1,9%.
Scorporando tra imprese a monte (tessile, pelletteria, etc.) e a valle (calzature, abbigliamento, etc.) della filiera produttiva, si può riscontrare che, sebbene l’impatto della crisi sui fatturati ha colpito entrambe le categorie, vi è maggiore difficoltà nei comparti a monte ( -9,4%), di quanto ve ne sia in quelli a valle (-5%). A seguito della recessione mondiale, per il fatturato del Tessile- Moda italiano c’è stato un calo del 16,5% nel 2009. Sul bilancio ha inciso in maniera determinante il “crollo” senza precedenti della domanda estera: nel 2009 le vendite estere sono scese a poco meno di 22 miliardi di Euro, evidenziando un calo del 19,7%. Anche le importazioni hanno una variazione negativa di circa l’11%. Sul dato medio annuo grava, tuttavia, un pesante risultato del tessile, che registra un –21,2%, mentre per l’abbigliamento- moda la caduta si è arrestata al –5,3%. Tutto questo ha portato alla perdita di circa 26.000 addetti. Nel 2010 il mercato della moda si è avviato verso un ritorno alla normalità.