Sperimentazione in un Testbed di un sistema di localizzazione indoor mediante RFID e Wi-Fi

Prima di prendere in esame le performance di sistemi RFID, occorre fare una distinzione tra le definizioni di "positioning" e "tracking". Nel primo caso, un sistema fornisce le specifiche necessarie per il calcolo della posizione e lascia che sia l'utente stesso a calcolarla. Nel caso successivo, i sistemi controllano l'utente senza coinvolgere gli oggetti monitorati nel calcolo. L'analisi delle prestazioni viene effettuata sulla base dei due sistemi più importanti presenti in letteratura: "SpotON" e "Landmarc".

a) SpotOn, un "ibrido" tra le definizioni di positioning e tracking, è un sistema "location sensing" in un ambiente indoor 3D basato sulla potenza del segnale radio-frequenza. Nelle sperimentazioni effettuate, sono stati utilizzati sistemi già presenti sul mercato (AIR ID prodotti da "RFIDeas"). Il test prevedeva una base-station nel punto centrale di un ampio spazio chiuso e 12 badge posti in cerchi concentrici di raggi noti; le misurazioni avvenivano spostando i vari badge. L'algoritmo utilizzato per il calcolo della posizione dell'utente può essere paragonato a quello NNSS visto in precedenza. I problemi riscontrati riguardavano in parte l'accuratezza (non meno di 3m) e il tempo di campionamento (l'AIR ID non era progettato per l'attività di rilevazione del percorso ed era quindi necessario un tempo, tra i 10 e i 20 secondi, per prendere una misura di posizione da tutte le base-station). Il motivo di queste problematiche è da attribuire al fatto che nei test venivano utilizzati soltanto due bit di precisione, dal momento che questo progetto voleva essere soltanto un punto di partenza per lo sviluppo di nuovi hardware.

b) Una proposta più appetibile basata su RFID è LANDMARC (LocAtioN iDentification based on dynaMic Active Rfid Calibration). L'obiettivo di questo tipo di sperimentazione era la riduzione del numero di reader. L'algoritmo su cui si incentrava il test utilizzava reader e tag attivi; i tag venivano suddivisi in "reference" che determinavano la posizione dei "tracking" (tag passivi). Essendo i reference dei punti di riferimento all'interno del sistema, non era necessario un numero elevato di reader; un altro fattore positivo veniva riscontrato nell'adattabilità dell'apparato alle variazioni dell'ambiente circostante, dato che le informazioni di riferimento sui tag potevano essere aggiornate dinamicamente. Le prove effettuate in diversi momenti della giornata mostravano come il numero di persone possa influenzare le registrazioni delle potenze e come la quantità di reader faccia variare notevolmente l'errore nel calcolo della posizione. I problemi maggiori di questa implementazione riguardavano l'elemento RFID: non calcolando direttamente l'RSS, ogni reader necessita di un minuto per questa stima, introducendo quindi un ritardo non trascurabile tra il momento in cui vengono effettuate le misure e quello in cui è resa disponibile l'informazione di posizione.