Figli a metà. La ''sindrome'' da alienazione parentale. Rilievi critici e proposte di prevenzione.
Alcune riflessioni per prevenire la PAS
Abbiamo visto che è fondamentale per parlare di PAS è che il minore sia parte attiva di questa campagna denigratoria e che non vi siano altri motivi, come per esempio forme di abuso da parte del GB che spieghino la difficoltà del bambino o il suo rifiuto di avere qualsiasi contatto. E' da sottolineare che nel caso di accuse di abuso esse devono essere approfonditamente vagliate, senza dare per scontato che esse siano "false accuse" facenti parte di un programma di alienazione.
Secondo I. Buzzi (1998) il "lavaggio del cervello" avviene per la caratteristica “collusiva” che si innesca nell'interazione genitore-figlio. I genitori sono spesso più nervosi a causa della separazione, più irritabili e perdono spesso la pazienza. Accade che cadano in depressione e si curino meno dei figli o che siano meno affettivi. Possono poi trasformare i figli in propri confidenti, mettendo in primo piano le proprie esigenze emotive, a scapito di quelle dei bambini. Molti genitori omettono di dare regole o di farle rispettare in quanto, avendo forti sensi colpa, cercano di discolparsi, mettendo da parte il proprio ruolo di genitori per rivestire quello di amici o di "elargitori di regali". Lo svilupparsi di un forte biasimo morale nei confronti del coniuge assente e il dare libero sfogo alla propria rabbia, il mettere in atto comportamenti vendicativi, il dimostrarsi in apprensione quando i figli sono con l’altro genitore, sono elementi che dimostrano quanto ritengano l’altro genitore "pericoloso" per i figli.
A queste azioni si aggiungono le richieste dopo le visite al genitore non "collocatario": ispezioni, interrogatori ... e prima delle visite: richiesta di informarsi (e poi riferire) su ciò che l'altro genitore fa, su chi vede, su chi sente al telefono ... Il tutto accompagnato dall'accusa di volere più bene all'altro genitore o addirittura con la minaccia di abbandono. In tutti i casi i figli sono invitati a scegliere tra un genitore e l'altro. Bisogna anche considerare quali siano le risposte dei figli alla separazione, alle quali il genitore reagisce con il bisogno di colpevolizzarsi o colpevolizzare un altro soggetto, di solito l'altro genitore. La reazione più comune è quella di manifestare la propria rabbia: "I figli più grandi grandi biasimano moralmente i genitori per quanto sta accadendo, diventano intrattabili e chiusi, cadono in depressione e finiscono con il non comunicare più o con il farlo male; gli adolescenti normalmente finiscono con l’estraniarsi dalla relazione coniugale dei genitori".
I figli emotivamente più fragili possono essere facilmente spinti all'alienazione del genitore con il quale non hanno instaurato un rapporto di "alleanza” e cioè quasi sempre nei riguardi del genitore "non collocatario". Gli effetti della "sindrome" di alienazione sui figli dipendono da molti fattori:
a) dalla severità e intensità del programma di alienazione;
b) dalle tecniche utilizzate per portare i figli dalla propria parte contro l'altro genitore;
c) dall'età del figlio e dalla sua fase di sviluppo, oltre che dalle sue risorse personali;
d) dalla quantità di tempo che i bambini hanno trascorso coinvolti nel conflitto coniugale.
L’impatto della "sindrome" comunque è sempre negativo perché coinvolge manipolazione, rabbia, ostilità e malevolenza, a prescindere dal fatto che il genitore programmante o alienante ne sia più o meno consapevole. Ciò che si ottiene sui figli è sempre una perdita di una parte di sé (quella che corrisponde al genitore alienato). I figli continuano spesso a sperare nella riconciliazione dei genitori, nei casi di alienazione vi sarà anche la vergogna (da adulti, perché il bambino coinvolto spesso non prova sensi di colpa) per avere contribuito ad "eliminare" un genitore dalla propria vita e anche un senso di vuoto irrimediabile. Vi sarà anche la paura di perdere anche il "GA" e in seguito anche il rifiuto di questi.
Il GB in principio rimane come disarmato di fronte alla volontà di allontanamento dimostratagli dai figli e nella sua posizione di debolezza, passa dalla rabbia, alla protesta, alla confusione e alla depressione. Progressivamente molti genitori bersaglio finiscono per desistere nei loro tentativi di vedere i figli e di trascorrere un po' di tempo con loro per riuscire a mantenere, o addirittura a sviluppare, una relazione d'intimità, questo in seguito peserà nell’eventuale processo di riavvicinamento voluto dai figli e aumenterà le difficoltà di rapporto legate all’estraneità venutasi a creare. Occorre che i genitori alienati reagiscano e facciano di tutto per mantenere vivo il rapporto con i figli, cosa che comunque è possibile fare solo quando l'alienazione non è grave (Baker e Darnall 2006).
Anche coloro che criticano la PAS ammettono che gli scenari descritti nei pochi studi condotti possano essere reali, vale a dire che esista la possibilità che un genitore faccia in modo che un figlio si "allinei" contro l'altro genitore, in questo modo si opererebbe un vero e proprio abuso emotivo ai danni del minore.
Una ricerca svolta su un campione di scolari a Torino ha messo ulteriormente in luce ciò che già è universalmente riconosciuto e cioè che il rapporto con il genitore non affidatario (o non collocatario), in condizioni normali, è fondamentale per la crescita. “Determinanti risultano essere soprattutto i contatti che il bambino continua ad avere non solo con il genitore affidatario (presenza che rimane costante nella sua vita), ma soprattutto con il genitore non affidatario, dal momento che i rapporti diventano sovente più radi. Dai disegni risulta infatti che buona parte dei bambini con genitori separati (43,3%) instaura un legame unico e totalizzante con il genitore affidatario, omettendo l’altro genitore, dal momento che i rapporti con questo diventano più scarsi o addirittura nulli, probabilmente meno significativi per il bambino. Stati di regressione emergono dal livello formale del disegno, in alcuni casi meno evoluto rispetto i coetanei con famiglia intatta. Tratti depressivi vengono espressi dal non impiego del colore, dalla staticità dei personaggi e dall’assenza di elementi di abbellimento (sole, prato, ecc.)” (Ippoliti 2000).
Per Gulotta (1998) fattori di rischio per la PAS sono i seguenti: dipendenza da -, identificazione,
alto numero e durata dei contatti, esistenza di segreti, somiglianza con il genitore programmatore. Assenza di fratelli o sorelle o comunque di altre persone rilevanti oltre ai genitori. Paura e/o ansia anche indotte. Passività. Bassa capacità di insight. Presenza di sensi di colpa. Egocentrismo. Bassa autonomia. Bassa autostima. Bassa assertività. Importanza data dal bambino al fatto di avere genitori biologici o meno, a seconda della nuova situazione del GB. Età (fino ai 2 anni circa il bambino è poco suggestionabile; da questa età la suggestionabilità cresce fino ai 7/8 anni per rimanere costante fino ai 15/16: da questo periodo in poi, all'aumentare dell'età dell'adolescente l'insorgere di critiche ed accuse ingiustificate contro il GB è sempre più il frutto della sua menzogna intenzionale influenzata o meno dalla manipolazione genitoriale)”.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Figli a metà. La ''sindrome'' da alienazione parentale. Rilievi critici e proposte di prevenzione.
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Informazioni tesi
Autore: | Ernesto Maria Amico |
Tipo: | Tesi di Master |
Master in | La valutazione e l'intervento in situazioni di abuso all'infanzia e pedofilia|
Anno: | 2009 |
Docente/Relatore: | Barbara Forresi |
Istituito da: | Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 118 |
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