La riforma dei servizi pubblici locali
Affidamenti diretti dei servizi pubblici locali senza apertura alla concorrenza
Sicuramente di grande rilievo è apparso anche il problema dell’affidamento del servizio alla società mista appositamente creata; ci si è chiesti se anche ciò richiedesse una gara pubblica o potesse essere diretto, senza apertura alle procedure concorsuali. Anche riguardo questa questione si ripresenta il confronto fra quanti sostengono la natura privatistica delle s.p.a. e quanti invece sostengono la possibilità per l’Amministrazione locale di affidare direttamente il servizio pubblico alla s.p.a, in ragione del suo regime giuridico differenziato.
I primi quindi optano per l’affidamento del servizio locale attraverso un provvedimento di concessione, adottato sulla base di una gara pubblica, alla quale la s.p.a. partecipa come fosse un’industria privata. Gli altri propendono per l’affidamento diretto, senza previo confronto concorrenziale. Il primo orientamento non sembra riscontrare alcuna corrispondenza giuridica nel nostro ordinamento. Neppure il giudice amministrativo, che dopo la legge 142 del 1990 si è mostrato spesso favorevole
all’affidamento in concessione, sembra apportare soluzioni decisive: alcune pronunce si presentano ancora come il frutto di una valutazione non sufficientemente ponderata circa il valore innovativo dell’art. 22, 3° comma della legge in questione.
L’espletamento della gara pubblica non appare argomento persuasivo, risultando anzi in contrasto con la nuova impostazione organizzativa dei servizi pubblici locali fissata nella l. 142, che abbiamo avuto modo di vedere anche in relazione alla costituzione della società e alla scelta del socio privato.
Ed invero l’opinione di gran lunga prevalente sin dal momento dell’entrata in vigore dell’art. 22 si è orientata nel senso della non necessità di un provvedimento concessorio per l’affidamento del servizio alla società mista locale. Gli argomenti addotti sono peraltro molteplici. In effetti, l’art. 22 al terzo comma, individuando le forme di gestione dei servizi pubblici locali, tiene distinte le due fattispecie della “concessione a terzi” e dell’affidamento del servizio a “società per azioni a prevalente capitale pubblico locale”, e sancisce così l’alternatività fra le diverse modalità di gestione.
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La riforma dei servizi pubblici locali
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Informazioni tesi
Autore: | Fabio Animobono |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Roma Tor Vergata |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Claudio Franchini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 184 |
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