Definizioni e caratteristiche delle diverse dimensioni della personalità: tipi diurni e tipi notturni

Le indagini condotte sui rapporti tra tipologia circadiana e abilità cognitive mettono in luce come i mattutini, soprattutto nelle ore serali abbiano esperienza di maggiori fallimenti cognitivi (per esempio, errori di giudizio, minore efficienza in prove di percezione, memoria e funzioni motorie) rispetto ai serotini. Inoltre, i serotini risulterebbero più intelligenti rispetto ai mattutini come suggerito dalle correlazioni trovate tra la tipologia circadiana e punteggi in due batterie psicometriche (d\M-IV e ASVAB) che misurano l'intelligenza (Roberts e Kyllonen, 1999).
Il concetto di stile cognitivo prende in considerazione le differenze individuali nell’elaborazione delle informazioni da un punto di vista qualitativo più che quantitativo. L’oggetto di indagine diventa definire quale sia la modalità prevalente dell’individuo nell’elaborare l’informazione adottando certe strategie piuttosto che altre.
Per esempio, le ricerche neuropsicologiche hanno in passato suggerito che l’emisfero cerebrale sinistro abbia un rapporto privilegiato con il pensiero logico, analitico e proposizionale, operando in modo lineare e sequenziale, mentre, viceversa, l’emisfero destro sarebbe specializzato per il pensiero visivo-spaziale e per l’elaborazione dell’informazione in maniera simultanea ed olistica.
Dati empirici attestano che l’attivazione, sul piano neurobiologico dell’emisfero destro è correlata all’attivazione, sul piano psicologico, del pensiero intuitivo-olistico. I cambiamenti nel flusso ematico e biochimico in determinate regioni cerebralievidenziati tramite la PET (Positron Emission Tomography) indicano infatti un'asimmetria emisferica con prevalente attivazione dell'emisfero destro in compiti che richiedono questo tipo di pensiero. Analogamente, durante lo svolgimento di compiti di soluzione dei problemi, gli individui più creativi, inclini a scegliere strategie cognitive intuitivo-olistiche, mostrano una maggior attivazione dell'emisfero destro rispetto a quelli non creativi; tale differenza non appare invece durante l'esecuzione di compiti di natura sequenziale.