Diventare padri oggi: Un percorso relazionale verso l'evento parto
La sindrome della Couvade
I riti a cui si accennava nei precedenti paragrafi fanno parte delle tradizioni e dei costumi di popoli lontani dalla nostra cultura, ma anche nella nostra moderna e tecnologica realtà, la couvade si esprime e ha la sua importanza.
Nella società odierna infatti, con l’espressione couvade, non ci si riferisce agli atti rituali o alle pratiche di paternità sopra descritte, attualmente invece, con l’espressione Sindrome della couvade o couvade Psicosomatica, si fa riferimento ad un quadro patologico costituito da una complessa varietà di sintomi fisici e psichici, e condotte comportamentali (Benvenuti, Pazzagli, Rogari, Rossi Monti, 1982). Tale sindrome, descritta per la prima volta da Trethowan e Conlon (1965), interesserebbe una percentuale di padri in attesa altamente variabile fra il 10% e il 65%. Nello specifico la ricerca realizzata su un campione di 327 mariti, dimostrava come un futuro padre su 9, circa l´11% del campione, manifestasse sintomi particolari quali perdita di appetito, mal di denti e nausea, proprio i più classici disturbi che sopravvengono nella donna durante la gravidanza.
La Sindrome della couvade si definisce in base alla comparsa di sintomi sia fisici che psichici che spesso i padri non collegano alla gravidanza, mentre le donne sembrerebbero accorgersi di questo complesso sintomatologico nei propri mariti. Le lamentele più frequenti riguardano cefalea, nervosismo, ansietà, mal di schiena, mal di denti, disturbi gastrointestinali (nausea, vomito, ecc.), insonnia, stitichezza, perdita o aumento dell’appetito, calo o aumento ponderale, come si vede i sintomi sono diversi, pertanto diventa anche difficile inquadrarla e valutarla in quanto couvade.
La frequenza e l’intensità dei sintomi della pseudogravidanza sono massime nel primo trimestre della gravidanza, acutizzandosi in particolar modo nel terzo mese, e tendono a diminuire sensibilmente verso il settimo, ottavo mese, per poi riacutizzarsi, con varia intensità e modalità, nel corso del nono mese e scomparire dopo la nascita del bambino. È una manifestazione che si riscontra più frequentemente negli uomini che diventano padri per la prima volta e i sintomi osservati sono l’espressione corporea di uno stress emotivo (da qui l’altra denominazione di couvade psicosomatica), riguardante il nuovo status di padre o espressione di conflitti irrisolti con le proprie figure genitoriali e/o con la partner. Altro elemento alla base di questa sindrome, potrebbe essere la gelosia nei confronti del nascituro, potenziale elemento destabilizzante per la coppia, in quanto provoca un calo di attenzione e interesse della donna nei confronti del marito. Ancora, il frequente aumento ponderale dei padri interessati, sostanziato dalle ricerche di Trethowan e Conlon (1965), potrebbe tradursi come un buon metodo per rivaleggiare inconsapevolemente con la pancia della propria compagna in attesa.
I sintomi di questa sindrome possono altrettanto essere dovuti ad uno stato di ansia dovuto alle eccessive preoccupazioni per la salute della madre e del bambino. Le persone coinvolte molto probabilmente sono interessate da un sentimento di rivalità e al contempo di paura di perdere parte delle loro vite precedenti e quindi cercano una valvola di sfogo per questi stati d'animo. Anche un'inconsapevole e forte identificazione con la partner, come già visto, può contribuire in tal senso.
Secondo un’accezione non prettamente psicopatologica della couvade, si può affermare che i futuri padri esprimono lo stress emotivo attraverso il canale corporeo anche in assenza di particolari turbe o manifestazioni di rilevanza psichiatrica (Badolato, 1993).
Osofsky (1982) e Pazzagli (2002), infine, rilevano che le ambivalenze attivate nell'uomo nel momento nel quale sta per diventare padre, sono universali e quindi, eventuali tensioni o disagi possono presentarsi in tutti gli uomini che si apprestano a diventare padri. Tali ambivalenze e le manifestazioni ad esse connesse, sono certamente degne di essere studiate in modo più approfondito, così com’è stata studiata la crisi connessa alla maternità per la donna o il post part blues.
Forse i disagi potrebbero essere interpretati come dimostrazione di "compassione", secondo una lettura "positiva" della sindrome, tutti i sintomi manifestati potrebbero infatti presumibilmente essere espressioni fisiche del bisogno emotivo di sentirsi vicini alla gravidanza, per poterne fare parte, anche se in modo indiretto, un esempio del desiderio materno da punto di vista del padre, dell'identificazione nella donna e l'empatia che unisce profondamente una donna con un uomo nelle funzioni creative (Clinton, 1986). Tuttavia anche l'invidia potrebbe giocare un ruolo determinante, come ad esempio l'invidia per la maternità e questi sentimenti potrebbero avere tratti meno "amichevoli".
Come si è visto, in molti padri di oggi vi sono delle reazioni, dei comportamenti e dei modi di porsi in relazione alla gravidanza che sono riconducibili ad un altro significato profondo della couvade: ovvero una ricerca inconscia di nuove sicurezze, ricerca dovuta ai grandi sconvolgimenti che si verificano all'interno della coppia con l'arrivo di un bambino e il sentimento di destituzione dal suo ruolo che l'uomo percepisce per l'arrivo del bambino stesso. Infatti i limiti della mancanza del legame fisico tra il padre e il bambino e quelli di distacco affettivo impliciti nel ruolo sociale di padre, come retaggio culturale, impediscono la piena espressione delle paure e delle angosce per l´imminente paternità.
In conclusione si può riflettere sul fatto che oggi invece i riti della couvade possano scomparire con l'affermarsi dell'ostetricia moderna, viene tolta così alla famiglia la possibilità di esprimere le emozioni che precedentemente trovavano posto nella couvade e che rappresentavano lo psicodramma della maternità e della paternità.
Al tempo del rituale il padre riceveva il bambini in braccio mentre oggi nei reparti di maternità il bambino viene separato dal padre e il parto è spesso gestito chirurgicamente e medicalizzato (This, 1984).
Questo brano è tratto dalla tesi:
Diventare padri oggi: Un percorso relazionale verso l'evento parto
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Informazioni tesi
Autore: | Emilio Castaldi |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Padova |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Clinico-Dinamica |
Relatore: | Pier Luigi Righetti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 130 |
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