Le misure alternative alla detenzione applicate ai minori
L’Iter processuale per il minore autore di reato
Un minore autore di reato, o sospettato di aver commesso un crimine entra nel circuito penale con la redazione da parte della Polizia Giudiziaria di un verbale contenente la notizia di reato. Una volta che il minore viene formalmente accusato, la Polizia ne da notizia immediata al Pubblico Ministero, ai genitori, o a chi detiene la potestà genitoriale, e informa i servizi sociali.
Il Pubblico Ministero, una volta acquisita la notizia di reato, può disporre l'accompagnamento del minore al Centro di Prima Accoglienza, la sua collocazione presso una comunità autorizzata dal Ministero, oppure stabilire che il ragazzo sia condotto nell'abitazione dei genitori ai quali sarà raccomandato di mantenerlo disposizione per lo svolgimento delle indagini.
Il Centro di Prima Accoglienza con il supporto di un’équipe multidisciplinare ospita i minori arrestati, fermati o accompagnati, e quelli per cui non è stato possibile l'accompagnamento presso l'abitazione familiare per un periodo massimo di novantasei ore e comunque fino all'udienza di convalida dell'arresto. L'équipe ha il compito di raccogliere le prime informazioni sulla condizione personale, familiare e sociale del minore, e di individuare le prime ipotesi d'intervento.
I dati e le altre informazioni raccolte sul minore confluiscono in una relazione che sarà trasmessa al giudice e al Pubblico Ministero all’udienza di convalida. Entro le prime quarantotto ore, il Pubblico Ministero, se ritiene che vi siano i presupposti, chiede al Giudice per le Indagini Preliminari (G.I.P.) la convalida dell'arresto. Il G.I.P. può convalidare o no l'arresto disponendo l'applicazione di una misura cautelare o la remissione in libertà.
Se l’arresto viene convalidato, il Pubblico Ministero avvia il procedimento penale e da inizio alle indagini preliminari che sono necessarie per l’accertamento del reato e del suo autore materiale. Le indagini preliminari possono terminare con la richiesta di archiviazione in tutti i casi previsti dagli articoli 408 e 411 c.p.p. o con il rinvio a giudizio. La richiesta di rinvio a giudizio viene trasmessa al Giudice dell’Udienza Preliminare (G.U.P.), ai fini della fissazione dell’udienza preliminare.
L’udienza preliminare è camerale, al fine di salvaguardare la riservatezza del minore. Può terminare con una sentenza di non luogo a procedere oppure, se emerge la necessità diiaccertare maggiormente l'evento delittuoso e la personalità del minore, con la richiesta di rinvio a giudizio all’udienza dibattimentale. Tale udienza viene svolta da un collegio composto da quattro giudici, di cui due onorari. Durante l’udienza preliminare o in dibattimento, può essere applicato l’istituto della messa alla prova (Art 28 DPR 448/’88). Tale istituto consiste nella sospensione dell’iter processuale per un periodo non superiore a un anno durante il quale il giudice affida il minore ai servizi della giustizia minorile che in collaborazione con i servizi locali, svolgono nei suoi confronti attività di osservazione, sostegno e controllo. Se il periodo di sospensione ha avuto esito positivo, il reato si estingue, se negativo si procede con la prosecuzione del processo penale.
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Le misure alternative alla detenzione applicate ai minori
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Informazioni tesi
Autore: | Laura Guglieri |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli studi di Genova |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Scienze del servizio sociale |
Relatore: | Anna Maria Peccioli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 48 |
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