“It follows” (David R. Mitchell, 2014) ANALISI DI UN INDIE HORROR

It follows, come abbiamo già accennato, riesce a ottenere uno spazio di visibilità sul territorio italiano due anni dopo la prima uscita internazionale in sala. La necessità di soffermarsi sul problema della distribuzione cinematografica italiana risulta evidente, soprattutto per quanto riguarda il cinema indipendente. 

La distribuzione cinematografica è una fase del processo di diffusione e presentazione al pubblico di un film. Di essa se ne occupa o una compagnia indipendente, o una società controllata o una individuale, che lavora come agente finale tra una casa di produzione o alcuni agenti intermediari, ed un esercente, con l'obiettivo di assicurare le proiezioni del film del produttore sullo schermo della sala cinematografica. Nel campo cinematografico, il termine si riferisce al mercato e alla circolazione di film nelle sale, ma senza l'appoggio economico di una casa di distribuzione un film difficilmente vedrà la luce ed è appunto questo il caso del giovane Mitchell. 

In Italia le grandi case di distribuzione puntano moltissimo sulla pubblicizzazione di produzioni italiane marchiate da volti noti, ai quali il pubblico è affezionato, e specialmente sui blockbuster americani. 

Nonostante ciò, comunque, il cinema italiano ha visto diverse fasi di crisi: prendiamo ad esempio il 2015, un anno difficile per il cinema italiano, e riportiamo alcuni dati per capire meglio la condizione in cui il nostro cinema si trova. In totale i ricavi al botteghino sono saliti del 10,78% e le presenze sono aumentate dell'8,56 rispetto al 2014, sfiorando la quota di 100mila spettatori. Il cinema italiano però ha avuto un tracollo in termini di incassi e ingressi: il 15,45% dei ricavi e 16,46% di presenze rispetto al 2014, con una quota di mercato del 21,35% in termini di presenze e del 20,74% in termini di incassi, la più bassa del decennio.

Il predominio del cinema statunitense è evidente, con una quota del 60,97%, anche se il 2016 sembra promettere bene, visto che, grazie al successo di Quo vado? di Checco Zalone, nei primi sei mesi dell'anno la nostra quota di mercato è salita sopra il 30%. Il Cinema Italiano soffre di eccessiva autoreferenzialità e scarsa propensione al mercato, il che porta ad un inevitabile collasso della cinematografia nazionale.

L'Italia sente la necessità di qualcosa di nuovo che può derivare direttamente dai Cinema D'Essai, unico circuito di riferimento per un cinema sempre alto e spesso altro […] Bisogna ricordarsi che la formazione culturale cinematografica si crea attraverso il cinema di qualità, che arriva al pubblico soprattutto attraverso le associazioni nazionali ed i cinema d'Essai. 

Questa presa di posizione spaventa, poiché il cinema indipendente è quel tipo di cinema a cui si associano termini come sperimentale, amatoriale, opera prima, film di nicchia che non garantiscono successo al botteghino e anche nel caso in cui si riesca a trovare un produttore disponibile a rischiare del capitale, la prima porta a cui bussare è comunque la distribuzione, senza il cui supporto di copertura finanziaria, pubblicitaria e commerciale, il film di fatto resta invisibile, e con una buona possibilità di non recuperare i costi di produzione. [...]