Le distorsioni cognitive nel processo di selezione del personale
“Buone pratiche” per il selezionatore
Vista la molteplicità degli errori che può inficiare i risultati di un processo di valutazione, risulta di particolare interesse porre l'attenzione sui possibili interventi che propongono di ridurne la frequenza e l'incidenza.
Il raggiungimento di una valutazione che sia la più oggettiva possibile richiede che il selezionatore sia in grado di riconoscere le distorsioni cognitive, distinguere gli elementi che ha avuto modo di approfondire da quelli che ha osservato soltanto superficialmente, mettere in relazione i molteplici aspetti rilevati puntando ad evidenziare la loro coerenza interna, evitare di basare la valutazione soltanto sugli elementi manifesti (Cortese, Del Carlo, 2017).
Specificamente, in relazione all'intervista di selezione, alcuni principi consentono di migliorarne l'efficacia. In primo luogo, è opportuna un'accurata preparazione che trasmetta al candidato un'immagine di professionalità. In secondo luogo, una corretta accoglienza consente di creare un'atmosfera rilassata, confortante e non minacciosa nella quale condurre un'intervista, così da ottenere dal candidato risposte spontanee e veritiere. Un altro punto importante è il controllo dell'intervista da parte del selezionatore, l'indagine deve approfondire le qualità del candidato, superando le apparenze, al fine di verificare la sua idoneità al ruolo proposto, attraverso domande chiare e non intrusive che consentano al candidato di rispondere liberamente (Minelli, 2007).
Un altro aspetto sul quale porre l'attenzione riguarda le misure di sicurezza, ovvero quei sistemi di controllo che gli individui adottano in maniera automatica, per proteggersi da una minaccia esterna, reale o fantastica, derivante da situazioni di avvertita difficoltà e possibile frustrazione. Tali misure hanno lo scopo di influenzare le impressioni e i giudizi della persona con cui si sta comunicando, comportando il rischio di un processo di causa-effetto che induce l'intervistatore a fornire risposte inappropriate rispetto alla finalità dell'intervista. Le principali misure di sicurezza sono tre: evasione, seduzione, aggressione. L'evasione è la tendenza a difendersi dall'autorità senza contrariarla, il candidato tende a parlare in maniera superficiale, eludendo i contenuti che maggiormente interessano ai fini della valutazione. Nella seduzione il candidato tende a conquistarsi l'approvazione dell'autorità, controllando in maniera razionale il proprio comportamento così da creare un'immagine di sé favorevole e cercando di trasformare l'intervistatore in alleato. Nell'aggressione si verifica un'aperta ribellione del candidato nei confronti dell'intervistatore (Argentero, 2001).
Le tre misure di sicurezza discusse si presentano generalmente in candidati diversi ma non è da escludere che possano anche ritrovarsi nello stesso soggetto, magari in fasi diverse dell'intervista. Per il selezionatore è fondamentale riconoscerle e rispondere adeguatamente, senza lasciarsi trascinare dalle reazioni emotive che vanificherebbero ogni tentativo di comprensione dell'intervista. Contrapponendo i propri meccanismi di difesa, infatti, l'intervistatore perderebbe quello stato di apertura al dialogo, calma e distacco partecipativo che costituiscono la premessa fondamentale per il buon funzionamento dell'intervista. [...]
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Le distorsioni cognitive nel processo di selezione del personale
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Informazioni tesi
Autore: | Antonina Mangiapane |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2019-20 |
Università: | Università degli Studi di Palermo |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze dell'amministrazione e delle organizzazioni complesse |
Relatore: | Francesco Ceresia |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 90 |
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