La ricerca dell'identità in Umbertina di Helen Barolini
[…] American, Italian, or Italo-American»: identità tra due mondi
Umbertina è colei che, partendo dalla Calabria insieme al marito Serafino e ai figli, inaugura quella ricerca dell'identità che si protrarrà – e forse mai veramente si concluderà – per più generazioni di discendenti donne. Decide di partire per sfuggire dalla miseria della propria terra, con la speranza di offrire così ai figli un futuro migliore, pur andando incontro a una vita che non sarà priva di difficoltà e mancanze18: «"It is a curse to leave one's home and the place where one is known to go among strangers," said Cristina. And in her heart Umbertina acknowledged this truth. But she only answered, "We are doing this only for our children, and they will not be strangers where they grow and work"» (U 51).
Quando arriva nel Nuovo Mondo, Umbertina non guarda indietro a quello che ha lasciato, ma concentra tutta la sua determinazione e tutta la sua forza nel proprio obiettivo, vale a dire migliorare le condizioni della famiglia. Tra privazioni, sofferenze e lutti, le difficoltà non mancano, ma Umbertina non si arresta mai e sembra quasi ormai aver fatto sua quella visione pragmatica americana volta incessantemente al progresso e al miglioramento. Eppure, Umbertina non è e non sarà mai americana19. È quando giunge la vecchiaia, e con essa il ritmo lento che una volta scandiva il dispiegamento della sua esistenza in Calabria, che Umbertina alla fine si sofferma e riflette sulla propria vita, prendendo coscienza adesso di molte cose.
What did she know of real uprooting? Of leaving your birthplace and family to put an ocean and three thousand miles and no possibility of return between you? Of depriving yourself of your native air and sun and food and language in order to live in the land of strangers where even your grandchildren could not speak to you? (U 144-145)
Umbertina è la rappresentazione di quella prima generazione di immigrati che devono compiere enormi sacrifici, incluso quello di rinunciare per sempre a una parte di sé – quella parte che risiede ed è formata nel linguaggio e nella cultura nativi –, per poter garantire un futuro migliore ai figli e ai figli dei loro figli. Sarà forse per via dell'impossibilità di comunicare coi propri nipoti, coloro che maggiormente beneficiano dei sacrifici compiuti, o forse perché quasi al termine della sua esistenza e ormai stanca, che Umbertina si arrende finalmente alla nostalgia, che in tutti quegli anni non aveva mai permesso che s'insinuasse in lei e intralciasse in qualche modo la sua risolutezza nel perseguire quella promessa di benessere per la propria famiglia. Umbertina compirà il suo viaggio di ritorno in Calabria, non fisicamente, bensì attraverso la memoria.
At Auriesville she looked out over the expanse of green from the height where the shrine stood and saw always trees, trees, trees; and something in her remembered similar long green vistas in the hills above Castagna from her girlhood. She loved the sad beauty of these excursions. She never stopped marveling at the old barns that stood like weathered abbeys, grand and imposing. It was the equivalent moment of standing in the hills above Castagna as a girl. (U 126)
In punto di morte, la visione di quei suoi figli, che ormai rappresentano l'America, sfuma e il suo ultimo pensiero è rivolto invece a Castagna e al desiderio di ritornare a quella sorgente di vita da cui ebbe origine la sua esistenza: «Nel momento del trapasso Umbertina pensa all'acqua di un ruscello di Castagna, perché solo il momento del distacco dalla vita riesce a far emergere in lei la nostalgia rimossa della sua terra»20. Il viaggio di Umbertina è compiuto.
Nearly eighty, as she lay dying, her vision dimmed so that Jake and Amelia and Ben and Carla and the others at her bedstead became dim gray shadows, and then a sudden brightening came to her eyes as in a vision of light she saw the lost coperta of her matrimonial bed with all the intensity of its colors and bright twining of leaves and flowers and archaic designs in its patterns. "Ah!" she gasped, at its beauty.
As Jake leaned over to hear her better, she asked for a cup of water from the spring.
"What spring, Mama?" he asked.
"Castagna," she whispered. Then she was gone. (U 146)
La seconda parte del romanzo non è dedicata, come si potrebbe presupporre, alla figlia di Umbertina e madre di Marguerite, Carla, poiché, anche in virtù del fatto di appartenere a quella seconda generazione di immigrati che tende a rinnegare le proprie origini italiane, la figlia non intraprende alcuna ricerca della propria identità, ma cerca, passivamente, di conformarsi al modello wasp che predomina nella società americana affinché sia da quest'ultima accettata, anche se si potrebbe altresì affermare che la seconda generazione di immigrati «had the most difficult balancing acts; they had to separate from the foreign into homegrown»21. Ritroviamo invece Marguerite e la sua storia.
Come già è stato accennato, Marguerite è animata da un magma di inquietudini: una riguarda la scissione nella propria identità che percepisce in quanto americana discendente da emigrati italiani. Se la seconda generazione, quella dei suoi genitori, vuole distaccarsi da tutto ciò che è italiano e conformarsi a quelli che sembrano essere i modelli di riferimento e rappresentativi della società americana, Marguerite invece sente il richiamo dell'Italia («An unselected candidate for American happiness, a family failure, she sailed for England harboring the certainty that her destination was surely Italy» (U 159)).
L'immagine che Marguerite ha dell'Italia è di un luogo luminoso dove le cose appaiono più chiare e che racchiude in sé la possibilità di realizzazione di quella felicità tanto anelata: è una terra carica di promesse – o quantomeno aspettative: «In Italy I will love him better and he will love me, she thought. It would be her homecoming, as it was his. It was his promise to her of an opening toward light, of an Italy that was no longer the shady, misunderstood one of her childhood» (U 166).
In Italia Marguerite incontra Alberto Morosini, con il quale si sposerà e avrà due figlie. Tuttavia, dopo alcuni anni, Marguerite si rende conto che «What had marriage become? Not even the fury of hate or violent unhappiness. A vague discontent. Middle-age malaise» (U 183) e non sembra esserci una ragione valida per cui Alberto debba avere ancora un posto nella sua vita («Little by little she became convinced that this place was not with Alberto» (182)): semplicemente Marguerite, né con Alberto né in Italia, sembra aver trovato il proprio posto nel mondo («She wanted the fulfillment of her old college prophecy: "Someday you'll find your place in the world"» (U 182)). La profezia non si è compiuta e l'identità – qui s'intende soprattutto etnica – di Marguerite rimarrà irrisolta («An ex-American, a non-Italian, a crossbreed» (U 184)).
18 A proposito della propria nonna, a cui è ispirato il personaggio di Umbertina, Barolini scrive: «[…] the visible head, the venerable ancestor, the symbol of the strong-willed adventurer who had come from the old world to make a new life and to prosper», Helen Barolini, How I Learned to Speak Italian (1997), in Chiaroscuro: Essays of Identity, University of Wisconsin Press, Madison 1999, pp. 25-37 (p. 28).
19 «They stayed what they were, exiles belonging to neither American nor Italian life. / My grandparents’ ambivalence, the never healed dichotomy they must have felt between their old and new worlds, was all interior […]», Helen Barolini, The Finer Things in Life (1973), in Chiaroscuro: Essays of Identity, University of Wisconsin Press, Madison 1999, pp. 38-46 (p. 41).
20 Ganeri, L’America italiana cit., p. 111.
21 Helen Barolini, My Mother’s Wedding Day (1992), in A Circular Journey, Fordham University Press, New York 2006, pp. 33-49 (p. 47).
Questo brano è tratto dalla tesi:
La ricerca dell'identità in Umbertina di Helen Barolini
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Informazioni tesi
Autore: | Vincenza Lucà |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2020-21 |
Università: | Università degli Studi di Milano |
Facoltà: | Lingue e Letterature Straniere |
Corso: | Lingue e letterature straniere |
Relatore: | Martino Marazzi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 65 |
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