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BLOG. Uno strumento complementare al giornalismo mainstream.

L’ipotesi di questo lavoro è che Internet possa diventare uno strumento di riqualificazione del giornalismo, tramite la riappropriazione dei diritti e dei doveri di una professione che proclama di perseguire la verità oggettiva. La consultazione dei materiali d’archivio, il controllo incrociato di fonti diverse, la comunicazione in tempo reale a distanza sono caratteristiche del nuovo mezzo che mettono il reporter telematico in condizione di realizzare una corretta informazione. Internet non è soltanto una mera fonte documentativa, ma può essere utilizzato anche come strumento investigativo del quale i blog possono rappresentare la migliore esemplificazione.

In questo lavoro cercherò di mostrare lo sviluppo del binomio evoluzione tecnologica – evoluzione sociale attraverso l’analisi del fenomeno dei blog, oggetto di studio che sintetizza due caratteristiche fondamentali dell’information society: individualizzazione e condivisione.

Inizialmente sarà opportuno evidenziare come la rivoluzione digitale e la nascita di Internet hanno reso possibile lo sviluppo di un nuovo paradigma comunicativo. Attraverso l’analisi delle possibilità e dei rischi prodotti dalle nuove tecnologie si tenterà quindi di capire quali vantaggi può trarre l’individuo dai cambiamenti in atto e come deve essere riconfigurato il ruolo del giornalista alla luce delle esigenze della rete, dovendosi confrontare con l’aspetto visivo e contenutistico delle pagine web, con la moltiplicazione e attendibilità delle fonti digitali e con un nuovo confronto con i lettori.

Successivamente sarà ricostruito il fenomeno dei web-log dalla nascita, analizzando la loro collocazione nel Web e seguendo l’evoluzione che li ha trasformati in fenomeni di massa, descrivendone forme e caratteristiche.
Si passerà poi al rapporto tra i blog come fonte di informazione e il lavoro giornalistico, un tema delicato e al centro di numerose polemiche: l’ingresso di nuovi attori non autorizzati nell’arena dell’informazione preoccupa ma, al tempo stesso, incuriosisce quei giornalisti attenti ai cambiamenti in atto nel sistema delle comunicazioni. Giornalisti che hanno colto l’aria di rinnovamento che Internet ha portato nella loro professione e che si confrontano con questo fenomeno in vari modi: aprendo il proprio blog, includendo nella propria lista di fonti da consultare qualche sito di informazione non professionale della rete, monitorando la risposta dei lettori allo stimolo offerto dall’informazione personalizzata. L’obiettivo è individuare le possibili interazioni tra informazione professionale e amatoriale, prendendo in considerazione le diverse situazioni in cui i due fenomeni si incontrano.

Infine sarà analizzata una particolare tipologia di blog, che ultimamente sta riscuotendo molto successo, non solo nella rete, ma anche tra i media classici: i war blog. Attraverso il racconto di esperienze dirette, la pubblicazione di materiale inedito, la personalizzazione del racconto, i blog aggiornati dal fronte si sono guadagnati un posto di rilievo nell’informazione di guerra. Si tratta di diari dei soldati al fronte, di reportage di giornalisti free lance, di racconti privati degli inviati di guerra, di testimonianze di cacciatori di notizie a distanza che segnalano in tempo quasi reale le notizie che arrivano dalle tv di tutto il mondo.

Quello che si intende indagare, con le ricerche descritte, è se, in ultima analisi, la rete possa davvero rappresentare un territorio in grado di svincolarsi dalle logiche che governano i mass media, in riferimento soprattutto all’asimmetria del rapporto fra emittente e destinatari, per porsi come un luogo che, se agito in maniera attiva e democratica, possa qualificarsi come un nuovo spazio di comunicazione e sperimentazione.

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Introduzione I blog hanno molte forme. Sono diari, racconti, articoli brevi o lunghi, commenti, elenchi. In genere usano un linguaggio diretto, semplice, parlato, sono la pura espressione della persona che li scrive, niente di più, e per questo non generano aspettative che rischiano di essere deluse. I blog pongono una sfida ai giornalisti: perché per la prima volta essi non sono più gli unici depositari degli strumenti tecnici ed economici necessari per produrre le informazioni. Stampa, radio e televisione non hanno mai permesso, a qualsiasi persona lo desiderasse di fondare una propria testata o emittente senza l’impiego di un capitale. Internet invece permette a milioni di individui in possesso di un collegamento telefonico e di basilari conoscenze informatiche di partecipare attivamente, e in prima persona, alla produzione di contenuti telematici, rivolgendosi a un pubblico potenzialmente enorme per diffondere le proprie idee. Da una parte la tecnologia mette liberamente a disposizione le proprie potenzialità, dall’altra, milioni di persone in tutto il mondo viaggiano, pensano, parlano, scrivono: la società dell’informazione trova nel Web lo strumento che libera la sua esigenza di comunicare, di far conoscere, di scambiare saperi, collegando direttamente singole persone con milioni di altre. Multimedialità, ipertestualità e interattività mettono quindi in discussione i paradigmi tradizionali della comunicazione, investendo in pieno l’intero campo del giornalismo tradizionale a partire dal concetto stesso di notizia: l’accesso diretto alle fonti, la tempestività di aggiornamento garantita dal web, la rapidità di consultazione dell’informazione online e la convergenza sullo schermo di dati, parole, suoni ed immagini, realizzano paradigmi nuovi, che richiedono inevitabilmente una riconfigurazione della figura del giornalista. Nel bombardamento di informazioni provenienti dalle fonti più disparate che colpiscono direttamente il pubblico, il web reporter deve rinunciare alla sua funzione istituzionale di mediatore autorevole, assumendosi il compito di

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